I primitivi
I PRIMITIVI Dagli autori di Galline in fuga arriva il nuovo film con i personaggi di plastilina: ha richiesto sette anni di lavoro
Dagli autori di «Galline in fuga», un film d’animazione da ridere
Ma da dove vieni, dall’Età della pietra?». Non sono molti quelli che, alla domanda retorica, risponderebbero fieramente: «Sì!». Tra questi c’è Dag, il buffo cavernicolo protagonista di «I primitivi», alle prese con un vero e proprio scontro di civiltà: guiderà la sua tribù alla ribellione contro gli uomini dell’Età del bronzo. Ma andiamo con ordine.
«I primitivi» è il nuovo film d’animazione della Aardman, la casa di produzione inglese diventata famosa per i suoi pupazzi di plastilina, gli amatissimi «Wallace & Gromit» e «Shaun, vita da pecora». Era dai tempi di «Pirati! Briganti da strapazzo» (2012) che non produceva un simile kolossal: «Ci sono voluti sette anni, tra progettazione e riprese, al ritmo di tre secondi di film prodotti al giorno» racconta il regista Nick Park «più 273 pupazzi di plastilina, creati da 23 artisti e messi in movimento da 33 animatori. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta».
Tutto per raccontare la spassosa storia di Dag e dei suoi amici Grullo, Grugno, Petra, Magma, Gordo e Kiasso (sì, i nomi preistorici hanno una certa rude semplicità) alle prese con i più raffinati uomini dell’Età del bronzo, che vogliono cacciarli dalla loro valle beata. Tutto si deciderà con una sfida di calcio contro il Real Bronzio, l’invincibile squadra degli «evoluti». Ma i cavernicoli hanno un asso nella manica: il talento di Ginna, una campionessa del pallone, disposta ad aiutarli.
Come in ogni kolossal d’animazione che si rispetti non possono mancare i doppiatori d’eccezione: oltre a Riccardo Scamarcio e Paola Cortellesi, che danno voce alla coppia di protagonisti, ci sono Corrado Guzzanti, Salvatore Esposito, Chef Rubio, Greg e il calciatore della Roma Alessandro Florenzi.
Un’avvertenza: benché quasi tutti i personaggi siano veri pupazzi di plastilina, alcune scene sono state create al computer. Come quella della folla allo stadio. «Per farla solo di pupazzi non sarebbe bastato lo spazio di tutti i nostri studios» spiega la produttrice Carla Shelley. E neppure le 3 mila bocche intercambiabili realizzate a mano per garantire ai pupazzi
ogni espressione possibile.