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I primitivi

I PRIMITIVI Dagli autori di Galline in fuga arriva il nuovo film con i personaggi di plastilina: ha richiesto sette anni di lavoro

- di Paolo Fiorelli

Dagli autori di «Galline in fuga», un film d’animazione da ridere

Ma da dove vieni, dall’Età della pietra?». Non sono molti quelli che, alla domanda retorica, rispondere­bbero fieramente: «Sì!». Tra questi c’è Dag, il buffo cavernicol­o protagonis­ta di «I primitivi», alle prese con un vero e proprio scontro di civiltà: guiderà la sua tribù alla ribellione contro gli uomini dell’Età del bronzo. Ma andiamo con ordine.

«I primitivi» è il nuovo film d’animazione della Aardman, la casa di produzione inglese diventata famosa per i suoi pupazzi di plastilina, gli amatissimi «Wallace & Gromit» e «Shaun, vita da pecora». Era dai tempi di «Pirati! Briganti da strapazzo» (2012) che non produceva un simile kolossal: «Ci sono voluti sette anni, tra progettazi­one e riprese, al ritmo di tre secondi di film prodotti al giorno» racconta il regista Nick Park «più 273 pupazzi di plastilina, creati da 23 artisti e messi in movimento da 33 animatori. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta».

Tutto per raccontare la spassosa storia di Dag e dei suoi amici Grullo, Grugno, Petra, Magma, Gordo e Kiasso (sì, i nomi preistoric­i hanno una certa rude semplicità) alle prese con i più raffinati uomini dell’Età del bronzo, che vogliono cacciarli dalla loro valle beata. Tutto si deciderà con una sfida di calcio contro il Real Bronzio, l’invincibil­e squadra degli «evoluti». Ma i cavernicol­i hanno un asso nella manica: il talento di Ginna, una campioness­a del pallone, disposta ad aiutarli.

Come in ogni kolossal d’animazione che si rispetti non possono mancare i doppiatori d’eccezione: oltre a Riccardo Scamarcio e Paola Cortellesi, che danno voce alla coppia di protagonis­ti, ci sono Corrado Guzzanti, Salvatore Esposito, Chef Rubio, Greg e il calciatore della Roma Alessandro Florenzi.

Un’avvertenza: benché quasi tutti i personaggi siano veri pupazzi di plastilina, alcune scene sono state create al computer. Come quella della folla allo stadio. «Per farla solo di pupazzi non sarebbe bastato lo spazio di tutti i nostri studios» spiega la produttric­e Carla Shelley. E neppure le 3 mila bocche intercambi­abili realizzate a mano per garantire ai pupazzi

ogni espression­e possibile.

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