Le buone abitudini
Questo impazzimento generale che una volta all’anno ci rende tutti più allegri e ci inchioda davanti alla tele per giorni e giorni (e per ore e ore), poi di colpo finisce. Parlo del Festival di Sanremo, che stavolta è stato affidato a un mito come Claudio Baglioni (e non vedo l’ora di vederlo sul palco dell’Ariston, perché anche se ha la fama di un tipo difficile, è una delle persone più simpatiche e affascinanti che ci siano). Lo celebriamo, con Michelle Hunziker e Pierfrancesco Favino, sulla nostra copertina. Ma come ogni anno l’impazzimento svanirà e torneremo alle solite abitudini. Una delle mie preferite si chiama Montalbano. Da qualche anno il commissario torna in tv subito dopo il Festival con due episodi nuovi. Che poi sono nuovi nella trama, ma immutabili nei riti e nei personaggi di contorno: Catarella, Augello, Fazio (il poliziotto, non il conduttore). Ciascuno col proprio tic: il primo sbatte le porte e non si capisce quel che dice (ma è un mago del computer), il secondo perde la trebisonda a ogni svolazzar di gonnelle, il terzo è un secchione come quelli che tutti abbiamo avuto in classe. E ritrovo la Sicilia, una terra che mi rende felice quando ci arrivo e triste quando la lascio. Lo so, sono un noiosissimo abitudinario e tornerò da Sanremo distrutto (passerò una settimana senza dormire quasi mai), con un solo pensiero in testa: pigiama e divano! E che nessuno si sogni di scassarmi i cabbasisi lunedì sera.