Un rebus che andrà risolto
C’è chi guarda al terremoto elettorale con speranza perché gli italiani hanno mostrato nelle urne il coraggio di sperimentare il nuovo. Chi teme le avventure e non avrebbe voluto che l’Italia fosse affidata al giovanissimo Luigi Di Maio (31 anni) o al giovane Matteo Salvini (ne ha 45). Sia come sia, il voto è espressione della volontà popolare, quindi sacro. Tuttavia una maggioranza non c’è. Ha stravinto Di Maio con il M5S e la Lega ha fatto «boom», superando Forza Italia. La coalizione più forte è quella di Centrodestra, che però non ha la maggioranza in Parlamento. Bel casino. Per quanto si sia dimostrato nei secoli di avere arguzia e fantasia, vedi Machiavelli, il puzzle della governabilità sembra di difficile soluzione. A me, che di elezioni ne ho seguite tante fin dagli Anni 70, stupiscono questi improvvisi boom e gli altrettanto repentini crolli. Ricordo quando lo scostamento di mezzo punto per un partito, in su o in giù, faceva impressione. È evidente che il nostro sistema è in evoluzione. Cito Francesco Guccini che in una sua canzone proponeva una sintesi interessante:«Siamo tra una civiltà quasi finita e una nuova inconcepita». Vero, non vorrei essere al posto del Presidente Mattarella, ma mi rassicura che tocchi proprio a lui sbrogliare la matassa.