TV Sorrisi e Canzoni

Premio David di Donatello

- Stefania Zizzari

Lo presenta su Raiuno Carlo Conti .......

È LA FESTA DEL CINEMA ITALIANO

e quest’anno a presentarl­a torna un volto d’eccezione: Carlo Conti condurrà la cerimonia di consegna dei David di Donatello 2018 il prossimo 21 marzo su Raiuno. Carlo, quali sono i film della sua vita? «Sceglierne solo alcuni è quasi impossibil­e, ce ne sono troppi. Posso dire però che in linea di massima preferisco i nostri film a quelli stranieri. Soprattutt­o la commedia all’italiana, che ha fatto apprezzare il nostro cinema in tutto il mondo». Faccia un piccolo sforzo: ci dica qualche titolo. «Di sicuro i primi due capitoli di “Amici miei”, la sintesi della fiorentini­tà. Capolavori assoluti. E poi tutti quelli di Alberto Sordi: non sono solo film, raccontano la storia di un italiano. Amo anche Roberto Benigni: “La vita è bella” è meraviglio­so, come pure “Johnny Stecchino” e “Il piccolo diavolo”». I film che l’hanno fatta più ridere? «Tutta la saga di Fantozzi: quanto mi diverto a guardare quei film! Ma anche quelli di Leonardo Pieraccion­i: “Il ciclone” mi fa morire». Il primo film nel quale ha recitato? «“I laureati”, proprio di Leonardo Pieraccion­i. Era il suo primo film e mi chiamò a interpreta­re me stesso». I classici che rivede volentieri? «Sono quelli che ho in dvd e che mi piace rimettere ogni tanto: come “Forrest Gump”, un film che amo tanto per la storia, per la colonna sonora, per l’interpreta­zione. E poi i film di Francesco Nuti, soprattutt­o “Caruso Pascoski di padre polacco”». Qual è il primo film che ha visto al cinema? «Avevo nove anni. Mia mamma e una sua amica mi portarono a vedere “Love story”. Ricordo solo che dicevano: “Com’è bello, com’è bello!” ma piangevano ininterrot­tamente. Ero confuso». Ricorda il primo film che ha visto al cinema con la sua fidanzata? «In realtà non c’è, perché a Firenze andavamo al cinema Universale più che altro per passare un pomeriggio con gli amici, tra le risate. Lì succedeva di tutto: ricordo che qualcuno entrava direttamen­te con il motorino... Era più divertente ciò che accadeva in sala di quello che passava sullo schermo. E poi i commenti: sono nate battute rimaste leggendari­e nella Firenze di quel periodo. Insomma, all’Universale con la fidanzata non ci si andava».

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