SOCIAL POSTA DEI LETTORI
BIANCA IN BASSA DEFINIZIONE Caro direttore, seguo sempre i programmi di Barbara d’Urso, che stimo per la grinta, l’intelligenza e la simpatia. È una donna affascinante e mi fanno arrabbiare quelli che la criticano per le luci del suo programma, dicendo che grazie a quella illuminazione così forte appare più bella di quanto sia. Io l’ho vista dal vero la scorsa estate illuminata dalla luce del sole e senza trucco, e posso assicurare che era splendida. Ma quel che mi fa più arrabbiare è che l’altra sera su Raitre c’era «#cartabianca» e mi è sembrato che la conduttrice Bianca Berlinguer avesse delle luci diverse da quelle degli ospiti in studio, luci che le lisciano moltissimo la pelle. Quindi è anche un po’ frivola oltre che severa e intransigente. Ma nessuno osa prenderla in giro per questo trucchetto, al contrario di quello che succede con Barbara. Perché?
Antonia Oliva, Pescara
Premetto due cose: che sono un fan di Barbara (legga la bella intervista di Federico Lusenti a pagina 20) e che stimo molto Bianca Berlinguer. Ma lei ha per la conduttrice. Ma tengo a precisare che se anche fosse così, non ci vedrei niente di male. Mi fa piacere che, come dice lei gentile Antonia, la rocciosa Berlinguer si riveli un po’ frivola.
LE PREVISIONI DEL PIEDE Caro direttore, lei non sa quanto le sono riconoscente: sono una nonna raramente ascoltata dalle nipoti e meno che mai quando annuncio in anticipo, grazie al male ai piedi che mi viene, che cambierà il tempo. Nonostante io ci indovini sempre, le mie nipoti ridevano di me. Finché su Sorrisi nel numero scorso c’era scritto: «Se si avvicina una perturbazione cala la pressione e aumenta l’umidità. I liquidi ristagnano, i tessuti premono sui nervi e si sentono i reumatismi». Grazie!
Ida Amelia Smaila, Conselve (PD)
Da quando l’anno scorso mi sono fratturato un piede, sono diventato anch’io... meteorologo. E anch’io, come lei, con scarso seguito familiare. Ma da me l’articolo di Sorrisi non ha sortito l’effetto avuto a casa sua: «Bella forza» mi han detto i miei quando gliel’ho fatto leggere «gli hai detto tu di scrivere così...».