Ugo, un nome sparito. Sarà colpa di Fantozzi?
Ai tempi di «Ricomincio da tre» (film del 1981) secondo Massimo Troisi, Ugo era un nome troppo breve per un bambino, ma comunque plausibile. Oggi ormai è in via di sparizione: lo ricevono solo 10-20 nuovi nati l’anno. Eppure è un nome importante: all’origine vi è una voce della lingua dei Franchi, «hugu», e il nome personale Hugo o Hugone. È presente nel mondo franco con Ugo Capeto, fondatore della dinastia dei Capetingi; in Italia è documentato almeno dai primi del IX secolo. Ugo di Provenza fu re d’Italia pochi decenni dopo il Mille e Ugo Marchese di Tuscia, discendente di Carlo Magno, viene celebrato ancora oggi a Firenze con una messa il 21 dicembre.
Quell’Ugolino reso celebre da Dante
In Toscana sono documentati anche Uguccione e Ugolino, il secondo in particolare è «storico» sia per il francescano martire in Terra Santa e vari beati, sia soprattutto per il conte Ugolino della Gherardesca, immortalato da Dante nel XXXIII canto dell’Inferno («La bocca sollevò dal fiero pasto...»). Certo è che il nome Ugo nel Medioevo ebbe una diffusione enorme, e anche nel recente passato non era trascurato: nel XX secolo sono stati battezzati Ugo quasi 60 mila bambini, con punte massime in Emilia, Veneto e Campania.
Povero Fantozzi!
In Italia quando si parla di Ugo si pensa subito allo sfortunatissimo ragionier Fantozzi. Non si possono scordare però il poeta Foscolo e il patriota Bassi, lo scrittore Ojetti, il politico La Malfa, gli attori Tognazzi e Pagliai, il giornalista Zatterin e il regista Gregoretti.