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LUDOVICA NASTI: «GIOCO A CALCIO, MA IL MIO SOGNO È FARE L’ATTRICE»

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Ludovica Nasti, detta Ludo, abita a Pozzuoli con la mamma e il papà. Per due mesi ha vestito i panni di Lila bambina. Ora è tornata alla sua vita normale che qui ci racconta. Ludovica, che scuola fai? «La prima media a Pozzuoli». Le tue compagne di classe sanno che hai fatto l’attrice? «All’inizio non glielo potevo dire, solo ora comincio ad accennare a questa bella esperienza che ho fatto». Quali sono le tue materie preferite? «Educazione fisica. E storia e geografia: le imparo subito a memoria, come i copioni». Come hai fatto con la scuola quando eri sul set? «Mi hanno assegnato un professore privato e alle sei e mezzo di sera facevo i compiti in hotel. Quando a novembre sono tornata in classe, ho ho recuperato tutto. In pagella ho preso tutti 7 e 8». Fai sport? «Gioco a calcio con il “Napoli Dream Team”, sono attaccante e centrocamp­ista, sto un po’ di qua e un po’ di là nel campo». Squadra del cuore? «Il Napoli!». Leggi? «A volte». Il tuo libro preferito? «L’unico che ho letto tutto è stato un libro di “Geronimo Stilton”, era sul calcio. Leggo anche qualche rivista dove ci sono i giocatori». Hai letto «L’amica geniale»? «Sì, un poco. Conoscendo già la storia è stato più facile. Poi ho proposto alla professore­ssa di italiano di leggerlo tutti insieme e ora lo leggiamo un’ora al giorno». La tv la guardi? «Qualche volta, ma con tutti gli impegni che ho... Il calcetto, danza hip hop, faccio anche un corso di inglese. Se questa fiction va bene e ho l’opportunit­à di continuare, l’inglese serve». Ti piace recitare? «Sì, molto, quando imparo un copione devo essere attenta, ma se mi piace qualcosa la ricordo subito. Se una pagina di storia mi piace, leggo quattro, cinque righe e le so». Eri emozionata di stare sul set? «All’inizio io e mamma eravamo spensierat­e, dopo due o tre casting mi sono detta: “Ma quanti ne stiamo facendo!”. Però mi veniva facile, mi piaceva». Il regista cosa ti ha detto? «Quando il regista spiega qualcosa è come stare in classe e sentire una lezione. Mi piaceva come spiegava un’emozione, mi diceva di essere me stessa ed esprimere le emozioni che il personaggi­o mi dava». Ti piace il personaggi­o di Lila? «Sì, mi piace tutto, ma la parte più bella è che è forte. Mi è piaciuto quando vuole andare a scuola e il padre dice di no e lei insiste». Come ti sei trasformat­a in Lila? «Mi sono dovuta tagliare i capelli e ho messo le “lentine” agli occhi, Lila ha gli occhi marroni e io verdi. Ora con i capelli corti sono uguale a mamma». Hai avuto un insegnante di recitazion­e? «C’era il coach che aiutava per la voce quando facevamo le prove». Recitavate in napoletano? «Sì, l’ho dovuto imparare, ma dopo due o tre scene mi è risultato facile. Io non parlo in napoletano, anche se dovrei perché vivo a Pozzuoli». Conoscevi Elisa, l’altra bambina? «No, non la conoscevo. È una brava bambina, anche lei napoletana». Tu hai un’amica del cuore? «Ne ho tante. Una in particolar­e ce l’ho, si chiama Fabiana, fa la terza media, è più grande, stiamo insieme, viene a mangiare da me e io da lei». Da grande cosa ti piacerebbe fare? «L’attrice. È il mio sogno». C’è un’attrice che ti piace? «Angelina Jolie. E pure Sophia Loren, vedo sempre i suoi film con mamma».

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IN VERSIONE CALCIATRIC­E

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