Sento il bisogno di più giustizia
Ci occupiamo sempre più spesso di anziani maltrattati da badanti, di vecchi umiliati negli ospizi, di maestre aggredite dagli alunni, di professori picchiati dai genitori degli allievi, di insegnanti che molestano alunne, anche in tenera età. Fatti molto, molto gravi, che fanno rabbrividire. Ma poi notiamo anche che generalmente i presunti responsabili (persino quelli che presunti non sono perché colti in flagranza di reato, attraverso le telecamere, gli appostamenti o le registrazioni ambientali) non vengono licenziati in tronco e messi in galera, ma vengono sospesi e spediti agli arresti domiciliari. E questo dimostra che, evidentemente, qualcosa nel nostro sistema giudiziario va rivisto e anche in fretta. Recentemente mi sono imbattuto in un caso drammatico e assurdo. Un giovane padre di famiglia stava rientrando a casa a Roma, quando si è trovato di fronte due rom che gli hanno intimato di dargli il telefonino. Al suo rifiuto hanno risposto fracassandogli una bottiglia sulla testa, provocando gravissime lesioni al midollo spinale. L’uomo aggredito è ora tetraplegico, mentre i suoi aggressori, dopo un mesetto nelle patrie galere, sono ai domiciliari in attesa di processo. Non sarà politically correct, ma va detto: non se ne può più!