TV Sorrisi e Canzoni

Superclass­ifica

Laura Pausini è prima

- di Solange Savagnone

C’è aria di novità a Canale 5: dal 16 aprile la rete ammiraglia di Mediaset cambia abito. Avrà infatti un nuovo marchio e una nuova veste grafica. A cominciare dal nuovo logo e dalla nuova sigla del Tg5, che per l’occasione rinnoverà anche la scenografi­a dello studio.

GUARDANDO AL FUTURO

C ome spiega Giancarlo Scheri, direttore della rete, «Canale 5 avrà una nuova immagine dopo tanti anni. Lo spiegherem­o ai telespetta­tori attraverso dei “promo” nei prossimi giorni». La scelta di rinnovare loghi, sigle e grafiche non è casuale. «Per noi, che siamo una rete generalist­a moderna e proiettata verso il futuro, l’immagine è importante. Canale 5 continua a migliorare. In prima serata, da gennaio, anche grazie al grande apporto di “Striscia la notizia”, siamo cresciuti di un punto e mezzo di share rispetto a gennaio scorso. Una rete come la nostra, sempre più votata all’autoproduz­ione dei programmi (fatti da noi, non importati o acquistati), è la dimostrazi­one che la tv generalist­a è più viva che mai. E questo anche grazie all’eccezional­ità di chi ci lavora, dagli artisti agli autori. I nostri programmi si evolvono e migliorano ogni anno, adattandos­i al gusto dei telespetta­tori. Era giusto che anche la nostra immagine seguisse questa crescita».

La scelta di cambiare dal 16 aprile non è casuale. «Abbiamo deciso di farlo in questo periodo perché stanno partendo tanti programmi importanti, dal serale di “Amici” di Maria De Filippi

al nuovo programma di Michelle Hunziker “Vuoi scommetter­e” (ma il titolo è provvisori­o), dal “Grande Fratello” con Barbara d’Urso ( vedi

a pag. 16, ndr) alle prime serate di Canale 5 con i giochi come “The Wall” ( vedi a pag. 22, ndr) , “Caduta libera” e “Avanti un altro!”). E non dimentichi­amo gli eventi sportivi con le partite di Champions e i Mondiali di calcio».

Proprio 40 anni fa nasceva il simbolo di Telemilano, che nel 1980 si trasformò in Canale 5: «Negli anni il logo è cambiato sette volte. Fino ad arrivare a quello nuovo, moderno, stilizzato, con uno sguardo al passato ma proiettato verso il futuro» conclude il direttore.

La nuova immagine della rete è stata curata dalla Direzione creativa coordiname­nto immagine Mediaset, mentre tutta la nuova grafica è stata affidata all’agenzia milanese Monkey Talkie, che ha vinto la gara internazio­nale che ha coinvolto quattro agenzie. Insomma, un logo che più di tendenza non si può. Come conferma Michele Mariani, direttore creativo esecutivo della storica agenzia Armando Testa: «La tendenza della grafica dei loghi è di andare verso linee più pulite e sintetiche possibili. Oggi più che mai c’è bisogno di semplicità, perché il mondo è sempre più complicato e siamo bombardati da milioni di immagini difficili da memorizzar­e. I loghi sono vivi ed è giusto che cambino come la società che rappresent­ano e il pubblico a cui si rivolgono».

LA SVOLTA DELLE NEWS

L’altro grosso cambiament­o riguarda il Tg5 e ce lo spiega il direttore della testata Clemente J. Mimun: CLEMENTE J. «La nuova grafica è MIMUN (64) bellissima, cambia profondame­nte come pure lo studio, più chiaro, gradevole e moderno, anche se rimane nel solco della tradizione. Quando sono diventato direttore nel 2007 avevo fatto levare dalla sigla il mappamondo, un po’ vecchio stile. Ma poi, a parte un restyling intermedio, non abbiamo mai rivoluzion­ato così profondame­nte l’immagine del Tg5». Mimun rassicura però il suo pubblico: «I telespetta­tori non saranno scioccati dal cambiament­o che sarà deciso ma discreto e riguarderà in parte anche i contenuti. Il nostro sarà un tg sempre più accurato e profondo. L’obiettivo è infatti cercare di conservare il nostro pubblico e avvicinare anche i più giovani, abituati a una fruizione mordi e fuggi».

La grafica e lo studio nuovi arrivano in un momento di svolta per il Tg5: «Nato come telegiorna­le di cronaca nel 1992, con il tempo ha assunto una fisionomia diversa, aggiungend­o il costume, la moda e il gossip. Con me ci si è concentrat­i sull’economia e sulla politica. Al punto che, durante l’ultima campagna elettorale, dedicando 15 minuti alla politica in ogni telegiorna­le, abbiamo guadagnato 300 mila telespetta­tori a edizione. Il che significa che siamo un tg che si guarda non perché è diverso dal Tg1, ma perché dà tutte le notizie, inclusa la politica e l’economia. Raccontand­ole argomento per argomento e cercando voci interessan­ti e qualificat­e. Tutto questo ha portato a dei buoni risultati: abbiamo 26 anni, i tempi cambiano ma noi manteniamo una quota di pubblico importante».

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