TV Sorrisi e Canzoni

QUANTI SUCCESSI IN TEATRO EIN TELEVISION­E. PER TUTTI ERA «IL RE DELLA BARZELLETT­A» Milanese doc Grazie, Macario

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L a prima cosa che torna in mente, ricordando Gino Bramieri, è il suo sorriso rassicuran­te, quell’aria da persona perbene che aveva conquistat­o gli italiani almeno quanto il suo talento e la capacità di far ridere sempre e comunque. Era un mattatore nato, un artista capace di avere successo in qualsiasi ambito si cimentasse: il teatro (primo e più grande amore) e la television­e, il cinema (oltre 35 i film dove appare) e la radio, e perfino la pubblicità ai tempi del mitico «Carosello». E poi era per tutti il re della barzellett­a: si dice che nel corso della sua carriera ne abbia raccontate oltre settemila, con un’abilità diventata proverbial­e. Ecco perché, anche se è scomparso ormai quasi 22 anni fa, Gino Bramieri è ancora uno di famiglia per milioni di telespetta­tori.

Luigi Bramieri, questo il suo vero nome, nasce a Milano nel 1928 in Corso Garibaldi, oggi zona residenzia­le ricca di locali alla moda, ma all’epoca popolata di gente semplice come la famiglia del futuro showman: suo padre faceva il falegname. Gino va a scuola, ma presto abbandona gli studi e inizia a lavorare: a 14 anni fa il fattorino per una banca di Piazza della Scala. Il suo sogno però è fare strada nel mondo dello spettacolo. Le sue prime esibizioni risalgono addirittur­a al tempo di guerra: alla fine del 1943, appena quindicenn­e, si esibisce a Rovellasca, in provincia di Como, dove molti milanesi erano sfollati per sfuggire ai bombardame­nti.

Alla fine del conflitto i teatri tornano a riempirsi: sono gli anni d’oro del varietà e della rivista, che vedono protagonis­ti Totò, Wanda Osiris, Macario. Proprio quest’ultimo decide di dare fiducia al giovanissi­mo Gino, che fino a quel momento, pur di respirare l’aria dei teatri, aveva accettato qualsiasi incombenza, dall’attaccare i bottoni al tirare le pesanti funi che chiudevano e aprivano il sipario. Macario per primo gli concede di entrare in scena per qualche secondo: è il 1948. Gino emozionati­ssimo inciampa, finendo a gambe all’aria davanti al pubblico, che scoppia a ridere. Invece di licenziarl­o, Macario gli ordina di ripetere la gag ogni sera. È l’inizio di un’ascesa che culmina nel 1956 con l’incontro tra Bramieri e Garinei

e Giovannini, i re Mida della commedia musicale italiana, con cui il comico milanese lavorerà per oltre 25 anni.

Un comico di... peso

Simpatico, mai volgare, capace di tempi comici perfetti, negli Anni 60 Bramieri inanella una serie impression­ante di successi. Anche in Rai è ormai di casa, grazie a trasmissio­ni fortunatis­sime come «L’amico del giaguaro» (1961), «Il signore ha suonato?» (1966) e, alla radio, «Batto quattro» (1966). È riuscito insomma a man- tenere la promessa fatta a Maria Barbieri, la ragazza che ha sposato ad appena 19 anni e che gli darà l’unico figlio Cesare (futuro marito della concorrent­e del «GF»). «Vedrai, un giorno ci sarà il mio nome a caratteri cubitali sui manifesti...» aveva giurato a Maria, e i fatti gli hanno dato ragione. A renderlo inconfondi­bile sono il sorriso e un aspetto fisico decisament­e «ingombrant­e»: il suo peso infatti supera di gran lunga i 100 chili. Solo nei primi Anni 70 riuscirà a ridurre drasticame­nte la

sua mole: un’impresa che il pubblico mostra di gradire e che l’attore racconta in un libro, «50 chili fa», che nel 1973 diventa un bestseller.

Inter, amore mio

Bramieri ormai è una stella, ma soprattutt­o un amico per il pubblico, che non si limita a seguirlo in tv ma continua ad affollare i teatri, dove l’attore si scatena tra spassosi travestime­nti, gag sempre azzeccate e le immancabil­i barzellett­e che chiudono i suoi show. Amante del calcio e dell’Inter (la sua squadra del cuore), della buona cucina e rispettoso del pubblico, è un campione di signorilit­à e rifugge da qualsiasi atteggiame­nto da primadonna. «Per venire a vedermi il pubblico deve uscire di casa, cercare parcheggio e pagare il biglietto: sono gesti d’amore che mi commuovono».

Un addio struggente

Un affetto ricambiato fino all’ultimo. Il 7 maggio 1996, poco prima di morire, nono- stante le sofferenze dovute a una grave forma di tumore, decide di partecipar­e alla Notte dei Telegatti, dove viene premiato per la sitcom «Norma e Felice» che lo vede protagonis­ta su Canale 5 con Franca Valeri. Sul palco, accanto a Corrado, c’è Fiorello, che consegna al grande comico la statuetta che Lucia Bramieri si è portata dentro la Casa del «GF», provocando qualche polemica. Gino è affaticato, ma ringrazia il pubblico e si sforza di pronunciar­e qualche battuta: «Sono contento di aver vinto un premio tutto d’oro. Come dite, non è veramente d’oro? Pazienza, per quello d’oro ripasserò l’anno prossimo» dice sorridendo. In platea, invece, sono tanti i colleghi con gli occhi lucidi: sanno che quella promessa Gino non potrà proprio mantenerla. Il 18 giugno muore nella «sua» Milano, ma nessuno lo dimentiche­rà: nel 2006 il Comune gli dedica una strada nel centro della città.

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ritratto nella sua casa milanese.
UN SORRISO INCONFONDI­BILE Gino Bramieri (1928-1996) ritratto nella sua casa milanese.
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OSPITE DI MIKE In questa foto del 1958 vediamo Gino Bramieri (a destra) ospite del quiz «Lascia o raddoppia?» condotto da Mike Bongiorno (1924-2009, a sinistra). Al centro si riconoscon­o Raimondo Vianello (1922-2010) e Sandra Mondaini (1931-2010).
 ??  ?? AI TELEGATTI 7 maggio 1996. Gino Bramieri con Franca Valeri (97) e Corrado (1924-99) alla Notte dei Telegatti, la sua ultima apparizion­e in pubblico.
AI TELEGATTI 7 maggio 1996. Gino Bramieri con Franca Valeri (97) e Corrado (1924-99) alla Notte dei Telegatti, la sua ultima apparizion­e in pubblico.

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