TV Sorrisi e Canzoni

Patrizio Rispo

L’attore festeggia con noi le 5.000 puntate di «Un posto al sole» .............

- di Tiziana Lupi

Sarà davvero una puntata speciale quella che gli spettatori di «Un posto al sole» vedranno venerdì 11 maggio. Innanzi tutto perché è la numero 5.000, un traguardo a dir poco storico per una produzione italiana; poi perché durerà un’ora, il doppio del solito; e poi perché Patrizio Rispo, che ne sarà il protagonis­ta quasi assoluto, vivrà un’esperienza molto particolar­e che permetterà ai fan della soap di rivedere tanti personaggi del passato, ormai scomparsi dalla serie. In attesa dell’appuntamen­to, Rispo ne approfitta per fare il punto con Sorrisi dei suoi «primi» 22 anni nei panni di Raffaele Giordano: «Qualche tempo fa ho fatto un conto: sa a cosa equivalgon­o le ore che ho recitato in tutto questo tempo sul set di “Un posto al sole”? A 1.700 film per il cinema. Meno male che, a suo tempo, ho preteso che il personaggi­o fosse cambiato rispetto a come era stato immaginato dagli autori, altrimenti da 22 anni reciterei in canottiera, come i portinai del dopoguerra nelle commedie di Eduardo De Filippo. Fin dalla prima puntata, invece, Raffaele è vestito bene, si interessa alle arti e alla musica classica. E in tutti questi anni non ha mai sbagliato un congiuntiv­o». In realtà Raffaele Giordano era nato come un personaggi­o secondario.

«È vero, ma piano piano è riuscito a farsi amare dal pubblico e ha guadagnato uno spazio sempre maggiore. Ha i suoi momenti drammatici e quelli di commedia, non è una maschera, ma una persona come tante che incontriam­o nella nostra vita. Ultimament­e penso che mi piacerebbe fargli arrivare un po’ di ricchezza e, magari, anche un po’ di cattiveria, giusto per non fare sempre la parte del pover’uomo». Questo vuol dire che voi attori intervenit­e in fase di sceneggiat­ura o in altri momenti della produzione?

«Noi che siamo in “Un posto al sole” fin dall’inizio viviamo una sorta di realtà parallela: la mattina arrivo nel centro di produzione Rai di Napoli e divento Raffaele Giordano. È normale fare qualche osservazio­ne su ciò che gli sceneggiat­ori scrivono per i nostri personaggi».

Quando lei e i suoi colleghi avete capito che «Un posto al sole » sarebbe diventato un successo?

«Che diventasse un fenomeno di questo tipo, mai. 5.000 puntate non le avrebbe immaginate neanche il più ottimista. I primi tempi abbiamo vissuto tutti sul “chi vive” perché nel format originale australian­o da cui è nato “Un posto al sole” i personaggi ruotavano, venivano cambiati appunto ogni due anni per movimentar­e la serie. Fortunatam­ente in Italia non è stato possibile cambiarci perché la gente si è affezionat­a a noi. Diciamo che dopo un paio di anni gli ascolti e, soprattutt­o, il pubblico variegato ci hanno dimostrato che eravamo riusciti a entrare nelle case di tanti italiani e che ci saremmo rimasti per un bel po’». «Un bel po’» è riduttivo per definire 22 anni…

«Una vita. Ormai siamo diventati una famiglia. Io ho una moglie a casa da 15 anni. Quella sul set ce l’ho da più di 20 e la frequento più di quella vera. Eppure nessuno di noi attori si è ancora stancato degli altri. Abbiamo una chat su WhatsApp per rimanere sempre in contatto e ci vediamo anche fuori dal set».

E cosa fate quando ritornate ad avere il vostro vero nome?

«A me piace organizzar­e serate e attività durante le quali emergono anche qualità nascoste. Pochi sanno che nel cast abbiamo dei veri talenti: Michelange­lo Tommaso, per esempio, che interpreta Filippo, sa cantare, imitare e ora, dopo avere partecipat­o a “Dance Dance Dance”, è diventato anche un ballerino. E Francesco Vitiello, che in “Un posto al sole” è mio figlio Diego, è stato per parecchio tempo uno dei nostri registi».

Sarà difficile girare per Napoli senza essere fermati dai fan.

«Ci siamo abituati, almeno io. C’è chi mi chiama Patrizio, chi mi chiama Raffaele, chi “o’ zio”. Qualcuno pensa anche che io sia un vero portinaio. L’altro giorno ero fermo per la strada, davanti a un portone, quando passa un tizio e mi dice: “Ma veramente fate il portiere!”. Il massimo, però, è successo a un funerale: ero lì per un parente quando mi si è avvicinato uno che era lì per un altro funerale e mi ha chiesto se potevamo farci un selfie!». Ha mai pensato di lasciare «Un posto al sole»?

«Vista l’età, prima o poi forse mi dedicherò in maniera più strutturat­a alla politica, cosa che già faccio quotidiana­mente sui social. La richiesta di candidatur­a che mi era arrivata per le ultime elezioni l’ho rifiutata perché non volevo strumental­izzare la mia notorietà. Ma prima o poi arriverà il momento giusto».

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