TV Sorrisi e Canzoni

La politica in tv

Il Palazzo del Quirinale è come un set .....

- Di Stefania Zizzari

Sono tanti. Tantissimi. Armati di microfoni, auricolari, blocnotes, telecamere, macchine fotografic­he, da giorni affollano il Quirinale, raccontand­o con estenuanti maratone i momenti frenetici delle consultazi­oni per la formazione del nuovo governo. I giornalist­i accreditat­i al Palazzo del Quirinale in questi giorni sono 516. Di loro, circa 90 sono della stampa estera. Si alternano, ma in media ne sono presenti circa 150 al giorno. E grazie ai loro collegamen­ti abbiamo imparato a conoscere alcuni bellissimi ambienti e angoli prima quasi sconosciut­i del Palazzo del Quirinale.

Come la Loggia alla vetrata: la splendida sala che in questi giorni si è trasformat­a in una affollatis­sima sala stampa. Dalla famosa porta marrone con i due corazzieri ai lati, abbiamo visto uscire cariche istituzion­ali, delegazion­i dei partiti e il segretario generale Ugo Zampetti per le dichiarazi­oni ufficiali. Ma com’è la vita dell’inviato al Colle? La Rai ha una convenzion­e con il Quirinale e quindi ha una struttura apposita, Rai Quirinale, che si trova all’interno del palazzo. Qui c’è una redazione dalla quale i giornalist­i della Rai possono lavorare anche quando la sala stampa è chiusa. Gli altri possono accedere al Palazzo solo quando il Quirinale convoca l’apertura della sala stampa. In genere è un’ora e mezza circa prima delle convocazio­ni e chiude un paio d’ore dopo gli interventi e le dichiarazi­oni ufficiali.

Al di fuori di questi orari, gli inviati fanno i loro collegamen­ti dall’esterno del palazzo, in genere nella piazza che si trova davanti all’ingresso principale. Ma andiamo per ordine. Quando la sala stampa è aperta, i giornalist­i entrano dall’ingresso di via del Quirinale che si chiama Porta Quirinale. «Normalment­e entriamo da Porta Giardini, di fronte alla chiesa di Sant’Andrea al Quirinale» spiega Pierfrance­sco Ferrara, quirinalis­ta di Sky Tg24, «ma in questo periodo, forse per motivi di sicurezza, utilizziam­o l’altro ingresso, che è proprio all’inizio di via del Quirinale». Appena entrati, sulla sinistra c’è una zona per i controlli. Ci sono dei metal detector come quelli negli aeroporti. Poi, accompagna­ti da corazzieri in borghese, i giornalist­i attraversa­no il cortile e salgono, attraverso la splendida Scala del Mascarino, al primo piano dove c’è la Loggia alla vetrata, la sala stampa. Mentre i corazzieri in divisa non possono interagire, quelli che si trovano all’interno in borghese (si riconoscon­o per l’altezza notevole) possono chiacchier­are del più e del meno con i giornalist­i, che ormai hanno imparato a conoscere…

«Il Presidente Mattarella ha voluto mantenere le visite aperte al pubblico anche durante questi giorni di consultazi­oni» dice Simona Sala, quirinalis­ta del Tg1, «ed è bello vedere questo mix di scolaresch­e, giornalist­i, visitatori che si mescolano magari nel cortile o sui gradini della Scala del Mascarino».

Una curiosità: all’interno della Loggia alla vetrata, i due corazzieri ci sono solo quando sono in corso le consultazi­oni nella sala del Presidente.

Puntate sulla porta marrone ci sono alcune telecamere fisse della Rai, che danno le immagini a tutte le emittenti che non hanno i loro inviati sul posto (e vengono anche date in streaming sul sito e sui social del Quirinale): è il cosiddetto

segnale internazio­nale. Poi, si sussegue una raffica di telecamere con il giornalist­a (sono quelle, tra le altre, del Tg1, di RaiNews24, di Sky Tg24, di Tg5, TgCom, La7). «Ognuno ha la sua postazione fissa» spiega Costanza Calabrese, inviata del Tg5. «Non si vedono ma sotto a ogni telecamera, posata sul cavalletto, ci sono un piccolo tavolino e una sedia per sedersi nei lunghi momenti di pausa. E in questi momenti si formano dei capannelli tra i colleghi, per commentare la virgola, la pausa, il “sospiro” dell’intervento che c’è appena stato, cercando di immaginarn­e il significat­o o le conseguenz­e politiche». In sala stampa c’è una regola: «Non si può andare in diretta, parlando sopra all’intervento in corso. Appena la persona termina le sue dichiarazi­oni, allora si può fare il collegamen­to e spiegare quello che si è appena ascoltato». Vista la complessit­à della situazione, i tempi vanno per le lunghe e per aiutare i giornalist­i nelle loro maratone (nella settimana delle consultazi­oni arrivavano anche a 12, 13 ore al giorno) c’è una sala ristoro situata al secondo piano, proprio sopra la sala stampa. È una sala dotata di wi-fi, dove sono allestite alcune postazioni con computer e altre dove appoggiars­i con il proprio portatile per lavorare ai servizi. C’è anche uno schermo nel quale si vede in diretta cosa sta succedendo nella sala stampa. Di lato, un buffet con tramezzini, panini, biscotti, pasticceri­a mignon, acqua, bibite, succhi e caffè. Per quanto riguarda l’abbiglia- mento, non ci sono regole codificate, ma la consuetudi­ne prevede uno stile formale, con giacca e cravatta per l’uomo e tailleur per la donna. Ma, dal momento che la Loggia alla vetrata è molto calda perché affollata e piena di luci delle telecamere, soprattutt­o per i tecnici che spostano cavi e materiali e fanno un lavoro fisico, la giacca non è poi fondamenta­le. «Io stessa» prosegue sorridendo Costanza Calabrese «appena entro levo la giacca e la infilo solo un minuto prima del collegamen­to».

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Nella sala che si trova proprio sopra la sala stampa ci sono delle postazioni per scrivere e e poi un buffet dolce salato con caffè e bibite. TG5 COSTANZA CALABRESE, O FERRARA, PIERFRANCE­SC SKY TG24 TG1 SIMONA SALA,
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PALAZZO DEL QUIRINALE
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dei Per l’abbigliame­nto regole, giornalist­i non ci sono ma di norma gli uomini sono in giacca e cravatta e le donne in tailleur. c’è la Sala del Dietro alla porta di legno degli Arazzi di Lille Bronzino, poi quella vetrata, che è e infine lo Studio...
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si affaccia nella Sopra, il Presidente Mattarella in divisa non possono sala stampa. I due corazzieri brevi perché nella sala parlare. Fanno turni a causa dell’affollamen­to la temperatur­a è alta e delle luci per le riprese.

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