TV Sorrisi e Canzoni

Su Raiuno la storia di Pippo Fava, giornalist­a ucciso dalla mafia

- Alberto Rivaroli

LA SUA VITA È FINITA TROPPO

PRESTO. La sera del 5 gennaio 1984 a Catania, quando un killer della mafia gli sparò a bruciapelo cinque colpi di pistola. Pippo Fava, scrittore e giornalist­a siciliano di straordina­rio talento, è morto così, ma in compenso il suo sogno di una Sicilia capace di reagire alla violenza delle cosche è più vivo che mai. Anche di questo parla il film tv «Prima che la notte», in onda mercoledì 23 su Raiuno (nell’anniversar­io della strage di Capaci), diretto da Daniele Vicari e interpreta­to nel ruolo principale da Fabrizio Gifuni.

«Ho sposato questo progetto con entusiasmo, non solo per la qualità della sce-

neggiatura (scritta, tra gli altri, dal politico e giornalist­a Claudio Fava, figlio

di Pippo, ndr) e del regista, ma anche perché considero Fava un personaggi­o eccezional­e, umanamente e per la sua duttilità artistica».

Che cosa l’ha colpita di lui?

«Da un lato la capacità di eccellere in vari campi: pittura, teatro, giornalism­o, drammaturg­ia. Dall’altro l’incontenib­ile vitalità, la voglia di affrontare la vita con una gioia che rendeva quasi inevitabil­i atti di coraggio come quelli che lo hanno portato alla morte».

Si riferisce all’esperienza del giornale «I Siciliani»? «

Esatto. È proprio a questa stagione irripetibi­le, che ha coperto l’ultima fase della vita di Pippo, che è dedicato il film tv. Si narra la nascita di una rivista che Fava con pochi mezzi a disposizio­ne trasforma in una scuola di giornalism­o per giovani pieni di talento e passione civile, che da lui imparano l’importanza di avere il coraggio delle proprie azioni».

Pubblicò tra l’altro alcuni articoli sul boss Nitto Santapaola che scatenaron­o la vendetta mafiosa.

«Purtroppo sì, ma Pippo non era un eroe di profes- sione, tutto compreso nella sua lotta contro il Male. Anzi, lo ripeto, raccontava la mafia solo perché purtroppo era reale, presente e minacciosa. Per un fenomenale narratore di storie come lui sarebbe stato impossibil­e ignorarla. E anche se il suo omicidio è stato ovviamente un terribile shock, resto convinto che alla fine abbia vinto lui, perché i suoi ragazzi e tanti altri cittadini onesti hanno proseguito la sua battaglia».

Nel cast del film, accanto a Gifuni ricordiamo Dario Aita (il figlio di Pippo, Claudio), Lorenza Indovina (sua moglie Lina) e inoltre David Coco, Fabrizio Ferracane e Barbara Giordano.

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FABRIZIO GIFUNI (51)
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