Su Raiuno la storia di Pippo Fava, giornalista ucciso dalla mafia
LA SUA VITA È FINITA TROPPO
PRESTO. La sera del 5 gennaio 1984 a Catania, quando un killer della mafia gli sparò a bruciapelo cinque colpi di pistola. Pippo Fava, scrittore e giornalista siciliano di straordinario talento, è morto così, ma in compenso il suo sogno di una Sicilia capace di reagire alla violenza delle cosche è più vivo che mai. Anche di questo parla il film tv «Prima che la notte», in onda mercoledì 23 su Raiuno (nell’anniversario della strage di Capaci), diretto da Daniele Vicari e interpretato nel ruolo principale da Fabrizio Gifuni.
«Ho sposato questo progetto con entusiasmo, non solo per la qualità della sce-
neggiatura (scritta, tra gli altri, dal politico e giornalista Claudio Fava, figlio
di Pippo, ndr) e del regista, ma anche perché considero Fava un personaggio eccezionale, umanamente e per la sua duttilità artistica».
Che cosa l’ha colpita di lui?
«Da un lato la capacità di eccellere in vari campi: pittura, teatro, giornalismo, drammaturgia. Dall’altro l’incontenibile vitalità, la voglia di affrontare la vita con una gioia che rendeva quasi inevitabili atti di coraggio come quelli che lo hanno portato alla morte».
Si riferisce all’esperienza del giornale «I Siciliani»? «
Esatto. È proprio a questa stagione irripetibile, che ha coperto l’ultima fase della vita di Pippo, che è dedicato il film tv. Si narra la nascita di una rivista che Fava con pochi mezzi a disposizione trasforma in una scuola di giornalismo per giovani pieni di talento e passione civile, che da lui imparano l’importanza di avere il coraggio delle proprie azioni».
Pubblicò tra l’altro alcuni articoli sul boss Nitto Santapaola che scatenarono la vendetta mafiosa.
«Purtroppo sì, ma Pippo non era un eroe di profes- sione, tutto compreso nella sua lotta contro il Male. Anzi, lo ripeto, raccontava la mafia solo perché purtroppo era reale, presente e minacciosa. Per un fenomenale narratore di storie come lui sarebbe stato impossibile ignorarla. E anche se il suo omicidio è stato ovviamente un terribile shock, resto convinto che alla fine abbia vinto lui, perché i suoi ragazzi e tanti altri cittadini onesti hanno proseguito la sua battaglia».
Nel cast del film, accanto a Gifuni ricordiamo Dario Aita (il figlio di Pippo, Claudio), Lorenza Indovina (sua moglie Lina) e inoltre David Coco, Fabrizio Ferracane e Barbara Giordano.