ROBERTO GIACOBBO
fatto tre passi indietro perché non pensassero che la favorissi. Ma conosco le sue capacità già da prima di sposarci. Quando le ho detto che pensavo a lei come autrice in questo nuovo progetto ha sgranato gli occhi. Non se lo aspettava. Mi ha sorriso e mi ha risposto: “Cominciamo questa nuova avventura?”. Sarà autrice assieme a me».
Il programma riporterà la divulgazione su Rete 4, come ai tempi di «La macchina del tempo», di cui eri autore.
« La mia casa è la tv, ho gruppi di lavoro e luoghi che ho più o meno frequentato e so a cosa vado incontro. Conosco i pregi, la qualità e la grande professionalità dell’ambiente nel quale lavorerò da oggi. Anche per questo ho fatto una scelta così».
A Focus resterai davvero solo dietro le quinte?
«Per ora sì. Sono grande amico di Marco Costa, direttore delle reti tematiche, che conosco dai tempi di “La macchina del tempo”. Ci stimiamo ed è bello tornare a lavorare assieme. Metterò a disposizione la mia esperienza. Comunque non escludo di andare in video. Sarebbe bello creare una sinergia tra i canali».
Dal punto di vista logistico come cambierà la tua vita?
«Sto pensando di creare un ufficio a Roma ma poi mi muoverò, soprattutto in Italia e in parte all’estero. Avrò un grande camper che mi accompagnerà nei miei viaggi. Si tratta di un modello Mercedes “vintage” che ho comprato personalmente. Va solo a 90 chilometri all’ora e dentro ha un angolo per riposare e uno per riunirsi. Stando in giro tante ore lo userò come base di appoggio e per alcuni spostamenti. Ora lo sto facendo sistemare. Sarà riconoscibile e avrà il logo del programma».
Che fine farà «Voyager»? Si dice che sarà affidato a Licia Colò.
«Non è così. Hanno interpretato male. Con il direttore di Raidue Andrea Fabiano avevamo pensato già da tempo a un nuovo programma di divulgazione e di affidarlo alla Colò. Non facendo più “Voyager”, che per ora è nel congelatore, il progetto con la Colò sarà anticipato».
Cosa dice la tua famiglia di questa scelta?
«Le mie figlie sono contente. Quando papà cambia vita lo decidiamo assieme: siamo appunto una famiglia».
Il tuo ultimo giorno in Rai cosa hai provato?
«È stata una sensazione doppia: da un lato di dolore per aver lasciato tante ottime persone con cui ho lavorato molto bene. Dall’altro di gioia perché rientro nella foresta, verso l’avventura, sapendo che troverò altri amici. Ma pensare che non dovrò più strisciare il badge… mi rende felice! Ho uno spirito libero. Se no, non farei questo programma». Di’ la verità, davvero non ti vedremo più sbucare dai tombini? «Potrei mai smettere?».