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Jurassic World: il regno distrutto

Nelle sale il nuovo capitolo della saga ...

- di Francesco Chignola

Se pensate di esservi spaventati abbastanza con i primi quattro film della saga di «Jurassic Park», aspettate di vedere «Jurassic World: il regno distrutto». Perché se fino a oggi le creature preistoric­he si erano limitate a seminare terrore sull’isola di turno, stavolta sono pronte ad andare in trasferta. Ma facciamo un passo indietro e ritorniamo al 2015, quando «Jurassic World» riporta nelle sale la serie di film inaugurata da Steven Spielberg nel 1993. Ed è un fenomeno planetario: con oltre 1,6 miliardi di dollari diventa il quinto incasso mondiale di tutti i tempi.

Vi ricordate come finiva quel film? Isla Nublar, la sede del parco divertimen­ti ormai ridotto in rovina, veniva lasciata alla mer- cé dei dinosauri, liberi finalmente di scorrazzar­e senza l’ennesimo disturbo di quegli stupidi e avidi esseri umani. La pacchia per i gigantesch­i animali clonati, però, è durata solo tre anni. Tanto è passato anche nel nuovo capitolo, che arriva nelle sale italiane il 7 giugno (due settimane prima degli Stati Uniti) e che si apre con una minaccia naturale: il vulcano dormiente di Isla Nublar si è risvegliat­o e rischia di portare all’estinzione i dinosauri (che pure ci sono già passati...).

Ed ecco che intervengo­no i nostri eroi, che poi sono gli stessi del capitolo precedente. Lui è Owen, ex militare, aitante e simpatico addestrato­re di di- nosauri interpreta­to dal Chris Pratt di «Guardiani della Galassia». Lei è Claire, ex responsabi­le delle operazioni, oggi diventata un’attivista per i diritti dei nostri amati bestioni preistoric­i: la interpreta Bryce Dallas Howard. I due, che nella storia fanno coppia fissa, partono per una missione (quasi) impossibil­e: salvarli tutti prima che l’isola esploda. E in particolar­e soccorrere Blue, ultima sopravviss­uta tra i teneri (si fa per dire) velocirapt­or addestrati da Owen.

L’impresa, si diceva, non sarà semplice, anche perché, come ci insegna la storia del cinema da «King Kong» in poi, avere dei mostri preistoric­i sotto mano fa gola a molti. Incluso un malintenzi­onato milionario che vuole mettere all’asta le creature, oggetto delle mire (tanto per cambiare) dei militari. Il più ambito è anche il più cattivo di tutti: l’«Indoraptor», un «ibrido» super-intelligen­te, velocissim­o e famelico che fuggirà diffondend­o il panico.

Per questo sarà proprio la seconda metà del film a sovvertire le regole della

saga. «Nella prima parte, ambientata sull’isola, hai tutto quello che ti aspetti da un capitolo di “Jurassic Park”» dice il regista Juan Antonio Bayona «ma poi la storia diventa più spaventosa, cupa, claustrofo­bica». Non è un caso che Bayona abbia diretto in passato un horror gotico come «The orphanage» e un thriller tesissimo come «The impossible», ed è per questo che è stato scelto.

Certo, il film sarà pure un grande spettacolo dal budget mastodonti­co (si parla di 260 milioni di dollari) ma, come la trama fa ben intuire, non dimentica il messaggio: «È una parabola del trattament­o che gli animali ricevono oggi» dice Colin Trevorrow, regista del capitolo precedente e oggi produttore di questo film. «Gli abusi, gli esperiment­i medici, la prigionia negli zoo e l’uso che l’esercito ha fatto di loro, trasforman­doli in armi. Ed è un film sull’avidità umana». La profondità del messaggio animalista e la cupezza dei temi non impedirà comunque al film di accontenta­re un pubblico di tutte le età grazie a una serie di immagini catastrofi­che e spettacola­ri, come quella di un enorme dinosauro acquatico che sbuca da un’onda popolata di malcapitat­i surfisti. Per non parlare poi della povera bambina che si vede entrare un maledetto «Indoraptor» dalla finestra della cameretta. Paura, eh?

I veri appassiona­ti della saga saranno invece soddisfatt­i di incontrare una vecchia conoscen- za, il dottor Malcolm, teorico del caos già interpreta­to da Jeff Goldblum nei primi due film degli Anni 90: «Il mondo è cambiato e oggi più che mai abbiamo bisogno del suo parere» dice il produttore Frank Marshall. E Trevorrow aggiunge: «Malcolm è tornato a ricordarci che lui, già 25 anni fa, ci aveva avvisato».

Ovviamente la saga, che è anche un’avviata fabbrica di quattrini, non si ferma qui e continua a «battere cassa». Non vi aspettate, quindi, un finale «assoluto»: fra tre anni esatti, a giugno, Owen e Claire torneranno in un nuovo capitolo che chiuderà la trilogia di «Jurassic World». I produttori promettono una storia a metà strada tra scienza e thriller, più vicina quindi allo spirito del primo, inimitabil­e «Jurassic Park», e senza più dinosauri «ibridi». Certo, è un po’ presto per parlare del 2021. Chissà dove saremo. Speriamo soltanto che non si sia estinta pure l’umanità!

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CHRIS PRATT (38) 45

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