Fermiamo la follia dei selfie pericolosi
Stampa e tv riferiscono spesso di pazzi che, ovunque, pur di farsi un selfie «indimenticabile», ci lasciano la pelle. Cadendo da un grattacielo, travolti da un’onda anomala, schiacciati da un treno che volevano evitare all’ultimo istante e così via. Dice Vittorino Andreoli, uno che di menti umane si occupa da sempre con grandissima competenza, che ormai se i giovani non si fanno i selfie e non rendono partecipi delle loro imprese gli altri attraverso i social non si sentono realizzati. Triste ma vero. Ed è una mania che va ben oltre i giovani, riguarda un po’ tutti. Anche quel mentecatto che, in una stazione, si è ritrovato con una donna gravemente ferita alle spalle e non ha trovato di meglio che farsi una foto con la poveretta sullo sfondo e sorridendo come un ebete. Ancora foto e video in cronaca nera per gli innumerevoli episodi di violenze sessuali, da parte di baby gang, ai danni di ragazzine ree di aver permesso, o non aver impedito, al proprio fidanzatino di fare uno scatto o delle riprese hot, e costrette poi a tutto perché ricattate. Vivendo molte ore al giorno smanettando con lo smartphone stiamo perdendo il senso della realtà. Ed è allarme rosso per ragazze e ragazzi che ormai considerano il telefonino parte integrante della loro vita. Se non avessimo perso tutti la testa faremmo qualcosa per fermare questa follia.