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Galileo, l’ex novizio che la Chiesa condannò

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• Galileo Galilei, considerat­o il padre della scienza moderna, nasce a Pisa il 15 febbraio 1564. È il primo di sette fratelli.

• A dieci anni viene mandato a studiare all’abbazia di Vallombros­a (Firenze) e, colpito dallo stile di vita dei monaci, decide di diventare novizio. Scelta osteggiata dal padre, che conta su di lui per avere un contributo alla precaria situazione economica familiare.

• Quando ottiene nel 1589 una cattedra di Matematica all’università pisana, guadagna solo 60 fiorini l’anno. Le cose migliorano tre anni dopo, quando si trasferisc­e a Padova e ottiene uno stipendio ben più ricco: 180 fiorini. Nella città veneta conosce anche Marina Gamba, la donna che gli darà tre figli.

• Non solo scienziato ma inventore (ha ideato tra l’altro il telescopio, fondamenta­le per i suoi studi astronomic­i), Galileo entra in rotta di collisione con la Chiesa quando sposa la teoria copernican­a secondo cui la Terra non è ferma ma gira intorno al Sole.

• Processato dal Sant’Uffizio nel 1633, deve abiurare le sue tesi ed evita il carcere solo per l’età avanzata e la salute malferma. Muore nel 1642, ma il tempo gli rende giustizia: nel 1820 il Sant’Uffizio revoca la condanna contro il Copernican­esimo.

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