IL VEGANO
Vegetariano dal 1996, Canzian ha abbracciato il veganesimo (eliminando anche latte, formaggi e miele) nel 2009. Sostiene che questo regime alimentare gli abbia salvato la vita. E lo racconta nel libro «Sano vegano italiano», scritto con la figlia Chiara. Lei, nata nel 1989 dal primo matrimonio di Red con Delia Gualtiero, è una cuoca provetta («Sa riconoscere la qualità degli ingredienti al primo assaggio» dice lui) e canta spesso ai concerti del padre.
Perché è diventato vegano?
«Una scelta di salute. Una notte, a Firenze, dopo una cena a base di bistecche chianine sono stato malissimo».
Il suo libro si intitola «Sano vegano italiano». Quello che mangia ha queste tre caratteristiche o a volte «sgarra»?
«Sano sempre. Italiano pure: conosce
il muscolo di grano calabrese ( alimento a base di acqua, farina di frumento
e di legumi, ndr)? È davvero ottimo. Quanto agli “sgarri”, non li considero tali. Non sono un integralista e non voglio fare proseliti. Ogni tanto man- gio le uova di galline felici. Magari tre albumi e un rosso, ecco».
A quale chef si ispira la sua dieta?
«Allo svizzero Pietro Leemann, il “Salvador Dalì dell’ impiattamento”, un poeta della forma, del colore e del gusto. Con il suo ristorante milanese “Joia” ha inventato l’alta cucina vegetariana. Mia figlia ha fatto lo stage da lui».
Che cosa l’accomuna a San Francesco di Paola, considerato da alcuni il «Santo vegano»?
«La spiritualità e l’amore per gli animali. Ma non sono un santo: ricordo bene quanto siano buoni i formaggi, è un sacrificio non toccarli» ( ride). Meglio il cibo cotto o crudo? «Poco cotto. Amo le verdure che restano croccanti».
Dolce o salato?
«Salato».
Piatto preferito di sempre?
«Ne dico due: paccheri al pomodoro e la purea di fave con la cicorietta».
Un rito prima di mettersi a tavola e mangiare?
«Ringrazio e sorrido, come mi ha insegnato mio padre».