QUALCHE DIFFERENZA E IN COMUNE LO STESSO «PAPÀ»
della seconda stagione di «The good doctor», sarà una oncologa richiamata in ospedale dopo una breve sospensione.
MEGLIO SOLI CHE...
Sono tutti e due poco empatici, in apparenza privi di sentimenti e per nulla socievoli. House, se non è in corsia, si chiude nel suo ufficio per ascoltare la musica o lanciare una pallina nel cestino dei rifiuti. Shaun, invece, evita le effusioni e qualunque contatto fisico, tranne quello necessario durante le visite dei pazienti. Tutti e due hanno una persona speciale che li conosce a fondo ed è al loro fianco. Per House è il collega Wilson (Robert Sean Leonard). Per Shaun è il suo mentore, il dottor Glassman (Richard Schiff), che è al corrente di tutto il suo vissuto e lo ha fatto assumere.
LE BUGIE NON FANNO PER NOI
Shaun non sa mentire. Anzi, deve imparare a non dire tutto quello gli passa per la testa, dalle diagnosi più infauste alle critiche ai capi. «Sei molto arrogante» dice a un suo superiore in una delle prime puntate. «Pensi che ti aiuti a essere un buon chirurgo? Ne vale la pena?». House, invece, è convinto che tutti mentano. Soprattutto i pazienti. Tra le sue frasi più significative: «La verità comincia dalle bugie. Riflettici» e «Tutti al mondo mentono. La sola variabile è su che cosa mentono». Poi a mentire è lui: sul suo stato di salute e sugli «amati» antidolorifici!