L’apocalisse nucleare in Giappone
L’attacco giapponese alla base americana di Pearl Harbor si compie il 7 dicembre 1941 e provoca l’entrata in guerra degli Stati Uniti.
Inizia alle 7.50 del mattino. Dalle portaerei giapponesi a 440 chilometri da Pearl Harbor partono 183 aerei.
Colpita da una bomba, la corazzata Arizona affonda: muoiono tutti i 1.177 membri dell’equipaggio. Alle 9 parte un secondo attacco che si conclude 45 minuti più tardi. Il bilancio finale è di 2.000 morti americani e 189 giapponesi.
Vengono distrutti ben 188 aerei Usa, ma solo tre navi americane vengono distrutte o affondate.
Gli Alleati riescono a reagire a partire dalla battaglia aerea delle Midway e intanto si intensificano negli Usa gli sforzi per completare il cosiddetto Progetto Manhattan che prevede la costruzione della bomba atomica. Al progetto collabora il premio Nobel italiano Enrico Fermi.
Il terrificante ordigno viene sganciato a Hiroshima, in Giappone, alle 8.15 del mattino del 6 agosto 1945: impiega 51 secondi a scendere e causa complessivamente circa 200 mila morti. Tre giorni dopo un’altra bomba atomica cade su Nagasaki, provocando 74 mila vittime. Il 2 settembre il Giappone firma la resa.