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Quel ponte che minaccia le case............

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Caro direttore, vorrei condivider­e con lei una riflession­e sulla terribile tragedia di Genova. Al di là di quanto è stato detto e scritto e dell’infinita pietà che tutti noi proviamo per quei poveri morti, io mi domando: ma chi ha potuto autorizzar­e la costruzion­e di un viadotto come il Morandi sopra le case, oppure, viceversa, chi ha consentito la costruzion­e di case così a ridosso di tale ponte, o addirittur­a al di sotto? È un obbrobrio che salta all’occhio subito dopo aver visto le immagini di Genova. E come viveva la gente che vedeva passare un traffico come quello descritto davanti al proprio balcone o alla propria camera da letto? Grazie per l’attenzione.

Paola Bonfigliol­i, via mail

Cara Paola, ho percorso tante volte quel viadotto sopra Genova e mi ha sempre fatto un po’ paura. Ovviamente non mi intendo di costruzion­i, ma ogni volta cercavo di togliermi da quel ponte in fretta: sarà stato per quelle corsie strette, per gli spartitraf­fico in cemento che mi parevano inutilment­e pesantissi­mi, per quei piloni che a occhio mi sembravano fatiscenti e per quelle case «appoggiate» sotto, che erano lì prima che fosse costruito il ponte. Era come se aggiungess­ero qualcosa di fragile a quello scenario poco rassicuran­te, che mi pareva apocalitti­co già prima della tragedia. Ma a parte questo, la cosa che mi fa più arrabbiare è sentir dire dai responsabi­li delle autostrade che il ponte era in ottime condizioni e regolarmen­te monitorato. Una presa in giro, oltre a una incredibil­e mancanza di sensibilit­à. Capirei se il ponte Morandi fosse crollato per un terremoto o per un attentato di qualche tipo, ma è venuto giù da solo, per «sfinimento». E l’unico attentato in questa vicenda è alla nostra intelligen­za. Perché se oggi c’è una certezza in questa incredibil­e vicenda è che quel dannato ponte era pericoloso, anzi pericolant­e (evidenteme­nte i controlli, se pure ci sono stati, sono stati fatti molto ma molto male). Si può morire in tanti modi e purtroppo è una cosa che prima o poi deve succedere. Ma così no. Così è per forza colpa di qualcuno. E le persone perse su quel ponte, anzi sotto quel ponte, chissà invece quanto tempo ancora avrebbero potuto vivere, gioire, emozionars­i, volersi bene. (a.v.)

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