TV Sorrisi e Canzoni

Il mio talento è quello di sparare stupidaggi­ni

L’ex giocatore della Nazionale di rugby è irresistib­ile con le sue battute (e il suo accento) a Tú sí que vales

- di Barbara Mosconi

Dai campi di rugby agli studi televisivi il passo è lungo. Ma per uno che sfiora il metro e novanta di altezza per 120 chili di peso, l’impresa non è impossibil­e. Il soggetto in questione è Martín Castrogiov­anni, soprannomi­nato «Castro», ex-campioniss­imo di rugby (ruolo di pilone) e da un paio di anni conduttore di «Tú sí que vales» accanto a Belen Rodriguez e Alessio Sakara.

Martín, come va con la television­e?

«Penso abbastanza bene. Io ho sempre fatto quello che mi rende felice. Il rugby mi ha fatto felice per tanto tempo. Finita quella tappa lì, ora c’è la tv: mi piace e mi diverto. Come tutte le cose della vita bisogna esserci al momento giusto».

A «Tú sí que vales» torna per il secondo anno di seguito. Vuol dire che si diverte parecchio.

«Penso che non ci sia programma più divertente di questo, senza nulla togliere agli altri. Ma qui vedi cose incredibil­i, bellissime, emozionant­i, gente che fa dei record. E poi in giuria ci sono Maria, Rudy, Teo e Gerry che ci regalano momenti bellissimi. Di più non possiamo chiedere. A fine giornata noi conduttori abbiamo i crampi alla mascella dal ridere».

Quest’anno cosa ci aspetta?

«Non posso dire niente! Ma la cosa che mi fa emozionare è che tanti di questi concorrent­i il talento l’hanno scoperto per caso e hanno cambiato completame­nte vita. In una società in cui tutti andiamo dietro alle mode, a ciò che fanno gli altri, c’è gente che esce dallo schema, o ci prova, rischiando».

Il suo talento sui campi da rugby lo conosciamo. E in tv qual è?

«Sparare stupidaggi­ni. In tv sono “scemo” come nella vita normale».

L’accento argentino è ancora il maggior problema?

«Ce ne sono tanti di problemi nella mia testa! Però,

sì, credo che l’accento ti può aiutare o ti può limitare. Perderei la mia spontaneit­à senza questo accento, ma sto provando a migliorare».

Sta studiando?

«Leggo un’ora al giorno per arricchire il mio vocabolari­o».

Ha sempre detto di voler fare il conduttore di un programma tutto suo. Ancora convinto?

«Tempo al tempo. Ho imparato che nella vita bisogna prima di tutto avere rispetto, umiltà, non essere arroganti, saper stare al proprio posto. Ora non sono pronto, ho fatto television­e solo per due anni. Bisogna tenere i piedi per terra. Ho fatto così anche nello sport».

Nei suoi sogni che programma le piacerebbe condurre?

«Sicurament­e qualcosa che faccia ridere, mi piace l’umorismo. Sono un po’ “matto” e come i matti non mi creo troppi pensieri».

Cosa fa quando non è in tv?

«Diciamo che sono un po’ di anni che mi sono preso del tempo per stare coi miei cari, viaggiare e godermi la vita».

Il suo attuale motto qual è?

«Non tenerti dentro quello che pensi, perché magari domani può essere troppo tardi per dirlo. Non sai cosa può succedere. Ci lamentiamo e abbiamo tutto, mentre i veri problemi della vita sono altri. Se hai la salute hai tutto!».

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