TV Sorrisi e Canzoni

Renzo Arbore e Nino Frassica

tornano in tv con un nuovo esilarante programma sulla canzone umoristica napoletana

- Di Stefania Zizzari

Di nuovo insieme su Raidue ................

Secondo lei il pubblico cosa si aspetta da noi? Sorrisi e canzoni! E noi facciamo sorridere e cantare con la musica» spiega sorridendo Renzo Arbore a Napoli, immerso con Nino Frassica nelle prove del loro nuovo show «Guarda... stupisci». La formula è la stessa del programma di successo «Indietro tutta! 30 e l’ode» andato in onda un anno fa: accanto a loro è confermata Andrea Delogu, una sorta di direttrice dello «studio a mare». «Abbiamo inventato un’aula universita­ria affacciata idealmente sul mare di Napoli» precisa Arbore. «L’aula è intitolata a Santa Chiara, che è la protettric­e della television­e». Tra i banchi ci sono circa 100 giovani, tra studenti e ragazzi del coro del San Carlo, che sono pronti a imparare lezioni di umorismo. E poi tanti ospiti. Non solo napoletani. Da Lello Arena a Enzo Decaro, da Marisa Laurito a Tullio De Piscopo, da Gigi Proietti a Enrico Montesano, da Lino Banfi a Teo Teocoli e Stefano Bollani.

Renzo, Nino, il sottotitol­o del programma è «Modesta e scombicche­rata lezione sulla canzone umoristica napoletana». Perché Napoli?

RENZO: «Perché è la città più sorridente del mondo. E in un momento in cui sono tutti arrabbiati, si danno “contro”, si parlano “contro”, noi facciamo, al contrario, un programma “per”. Una trasmissio­ne per allietare gli italiani, approfitta­ndo delle canzoni umoristich­e antiche napoletane per far sorridere, spero, fino a Bolzano. Spiegandol­e un po’...».

Come è nato il programma?

NINO: «Renzo aveva l’idea e, come succede sempre quando si parla di lavoro, ha chiamato me e gli autori a casa sua. E nel suo accoglient­e salotto è nato il programma. Tra un caffè, uno stuzzichin­o dolce o salato, un piatto di pasta... Perché lui ci offre di tutto e insiste pure: dobbiamo prendere qualcosa. Renzo è un fantastico padrone di casa. Dopo il lavoro spesso rimaniamo fino a tardi a chiacchier­are di tutto, perché, prima ancora che colleghi, siamo amici. Insomma, “non ci diamo il lei” ( ride) ».

Il vostro sodalizio artistico è nato quasi 40 anni fa. Ma vi ricordate la prima impression­e che avete avuto dell’altro quando vi siete conosciuti?

RENZO: «L’ho conosciuto con un messaggio surreale che mi ha lasciato sulla mia segreteria telefonica. “Sono la segreteria telefonica di Nino Frassica. Riattacco al mio via: 1... 2... 3...” e mise

giù. Ho pensato: questo è uno della combriccol­a, è in piena sintonia con me».

NINO: «Era il 1979. Ero un po’ timido quando mi trovai di fronte al mio maestro: per me Renzo era un mito. Lui mi guardò e mi disse: “Antonino, non so perché ma mi ha sempre chiamato così ( ride), sembri un napoletano”. Eppure si vedeva che ero siciliano... Mi piaceva, e me ne sono tornato in Sicilia tenendomi questo compliment­o, come se mi avesse detto: “Sei un bel ragazzo!”».

Il ricordo più divertente che vi accomuna?

RENZO: «Dopo il famoso messaggio che mi lasciò in segreteria richiamai casa sua. Rispose la madre: “Chi parla?”. “Sono Renzo Arbore”. “Sì, vabbè, e io sono Pippo Baudo!” disse. Quando riuscii a parlare con Nino gli dissi: “Signor Frassica, quando capita a Roma mi venga pure a trovare”. La mattina dopo ha suonato alla mia porta. Era partito dalla Sicilia subito dopo la mia telefonata ( ride) ».

NINO: «Una sera, ancora non ci conoscevam­o da molto tempo, andai a seguire a casa sua una puntata del Festival di Sanremo. C’erano altre persone, tra cui Roberto D’Agostino e fioccavano commenti esilaranti e irresistib­ili da parte di tutti. Non credo di aver mai più riso così tanto in vita mia. Fu una serata memorabile».

Torniamo al programma: chi è più bravo dei due a parlare napoletano?

RENZO: «Beh, io. Ho vissuto sette anni in questa meraviglio­sa città...». NINO: «È più bravo Renzo ma io debutterò come cantante in napoletano».

Nino, quindi davvero la sentiremo cantare?

NINO: «Già. Esordisco ufficialme­nte come cantante in un varietà. Sempre alla mia maniera naturalmen­te. Non certo come Pavarotti...».

La vostra canzone napoletana preferita?

RENZO: «Canzone appassiuna­ta». NINO: «Tu si’ ‘na cosa grande».

Il vostro piatto napoletano preferito?

RENZO: «Il “gattò di patate”». NINO: «I friarielli».

Dite una frase in napoletano alla vostra compagna di avventura Andrea Delogu.

RENZO: «“Tu si’ ’nu babà”». NINO: «“Tu si’ ’na brava e ’na bella guaglionce­llellerell­a”. Andrea è intelligen­te, sveglia, lucida e ha i piedi per terra. È lei che riesce a trovare una cornice in grado di moderare l’astrattism­o mio e di Renzo».

E adesso dedicatevi una frase in dialetto tra di voi.

RENZO: «“O te ne vai tu, o me ne vaco io...”».

NINO: «“Quann veng’ a casa toia, e mi racconti qualcosa, mi fai schiatta’ ‘e risate!”».

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RENZO ARBORE (81)
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che La sagoma di una nave ricorda quelle degli per emigranti che partivano l’America. Si muove sulle dei rulli «onde» ricreate con
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NINO FRASSICA (67)

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