TV Sorrisi e Canzoni

Enrico Brignano

Parla del suo nuovo show teatrale e della famiglia .......................

- di Andrea Di Quarto foto di Gian Marco Chieregato

Un abbronzati­ssimo Enrico Brignano ci accoglie nello studio dei suoi produttori teatrali, a due passi dalle mura vaticane.

Lo so, glielo domandano in tanti: perché la vediamo poco in tv?

«Che cosa posso fare io, oggi, in television­e? Non certo una “Isola”, dove ti fanno patire la fame... Dovrei fare un’isola che non c’è. Un’isola felice e magari nemmeno in Honduras, ma in Sardegna. Così come non vorrei fare trasmissio­ni solo sul canto. Ce ne sono troppe. Così quando spiego che, eccetto qualche fiction, non ci sono molti spazi per me, mi dicono: “C’ha ragione, fa bene a non andare!”».

Ha ragione. Fa bene a non andare.

«Però non è neppure tanto vero. Ogni tanto, come la Madonna, faccio le mie apparizion­i. Però far ridere in tv è sempre più difficile. Prima, anche su temi seri, si poteva ironizzare. Oggi è impossibil­e. Ci sono le associazio­ni».

Le associazio­ni?

«Sì. Se parli male del Perù c’è l’Associazio­ne amici del Perù che ti chiama e protesta. Non puoi dire che gallina vecchia fa buon brodo che l’Associazio­ne del brodo ti chiama e chiarisce che “Noi nel nostro brodo non usiamo mai galline vecchie”. A volte chiamano le stesse galline per dirti: “Lei non sa quante galline giovani ci sono nel brodo. Si vergogni!”».

Meglio il teatro allora.

«Lì va benissimo. Tutti chiedono: “Quando vieni nella mia città?”. Perché a differenza del cinema, dove si esce in 500 sale, lì esco in copia unica, ci devo essere personalme­nte. Allora l’unico modo per sopperire a questo è fare più repliche possibili o, come faremo con il nuovo spettacolo, provare ad andare nei Palasport. Una bella sfida per un commediant­e».

Spettacolo dal titolo impegnativ­o: «Innamorato perso».

«Ogni volta proviamo a raccontare una storia e io, per essere trasgressi­vo, stavolta ho scelto di parlare dell’innamorame­nto. Nel mezzo del cammino di mia vita faccio un po’ i conti anche da un punto di vista sentimenta­le».

Donne bellissime dicono di amare l’uomo che le fa ridere. Conferma?

«Mah, è vero fino a un certo punto. Io ho sempre fatto ridere perché era l’unica alternativ­a al bel fisico. Quelle un po’ insicure trovavano in me una sorta di dottor Kildare, poi però appena erano “pronte” sceglievan­o sempre il solito belloccio, quello difficile da capire, anche perché a volte faticava coi congiuntiv­i, il tormentato che magari le maltrattav­a pure. Stuzzicava in loro la sindrome della crocerossi­na. Io no, ero quello risolto».

Ok, mito sfatato.

«Le belle donne controllan­o anche le carte di credito. È più facile ridere su uno yacht in Costa Smeralda, sorseggian­do champagne, che leggendo una cartella

esattorial­e alla festa del carciofo. Se sei alla mercé degli strozzini e della Guardia dI Finanza e il tuo migliore amico è Equitalia è difficile essere grandi rimorchiat­ori».

Come ha conquistat­o la sua Flora?

«Sul palcosceni­co. Lavoravamo insieme e certi giorni non riuscivamo a provare a causa delle gran risate che ci facevamo. Non credo negli ultimi anni di avere riso così di gusto».

Meno male, a volte voi comici siete così seriosi...

«Per fortuna. Altrimenti sarebbe tremendo. Anche i vecchi comici, Aldo Fabrizi, Totò, Walter Chiari, erano seri. Mica si facevano fotografar­e come noi coi selfie, con i fan che se mettono piccoli piccoli e tu vieni cor testone. Poi te dicono: “Però, sei ingrassato!”. Io il buonumore lo comunico sul palco, poi ho bisogno di ricaricarm­i in famiglia, un luogo dove non devo sempre dare il massimo o fare la battuta».

Chi è il comico che la fa più ridere?

«Mia figlia Martina. La mia compagna ci rimane male: “Che fai, ridi di nostra figlia?” Io rido di lei, con lei, per lei...».

Eccolo l’innamorato perso. Papà ansioso?

«Nooo! In fondo Martina è una sorvegliat­a speciale, a casa ci sono telecamere ovunque. Sa, la notte si muove, potrebbe cadere. E poi un figlio è un investimen­to. Portarlo alla maggiore età costa circa 270 mila euro. Perciò quando un figlio ti dice che non mette il casco tu rispondi: “Cosa? Ne metti due!”».

Che papà sarà ?

«Tenterò di spiegarle che la felicità e il benessere non passano attraverso ciò che hai, anche se paradossal­mente è difficile capirlo quando le cose le hai. E che bisogna meritarsi tutto con grande sacrificio».

Ora ha quasi due anni. Questo sarà il primo Natale che si godrà.

«Sì, il primo in cui smonta il presepe. Capirà che Babbo Natale è una persona buona, o penserà che ti porta un regalo e si porta via tutto il resto?».

 ??  ?? È STATO ALLIEVO DI GIGI PROIETTI Enrico Brignano(52 anni) è nato a Roma nel quartiere Dragona. Cresciuto all’Accademia per giovani comici di Gigi Proietti, ha debuttato in tv nel 1992 a «La sai l’ultima?».
È STATO ALLIEVO DI GIGI PROIETTI Enrico Brignano(52 anni) è nato a Roma nel quartiere Dragona. Cresciuto all’Accademia per giovani comici di Gigi Proietti, ha debuttato in tv nel 1992 a «La sai l’ultima?».
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy