Che bello a Natale guardare tutti insieme un film in tv
Caro direttore, vorrei proporle una riflessione e un... «messaggio di speranza». Prima però, una premessa controcorrente. Ecco, io lo so che non bisogna essere legati al passato e che oggi l’offerta televisiva è semplicemente pazzesca tra digitale terrestre, Sky, Netflix, Dazn e chi più ne ha più ne metta. Però, però, però. Io ho una gran nostalgia di quando praticamente ogni programma era un «evento» perché si poteva scegliere al massimo tra cinque o sei! La famiglia se lo guardava tutta insieme e poi il giorno dopo ne potevi discutere con i colleghi (che avevano guardato tutti più o meno lo stesso canale). Ora mio figlio si vede le sue serie su Netflix (che io non so neppure come funziona), mio marito le partite del Carpi su Dazn, mentre io difendo i canali «tradizionali» nella tv in soggiorno. Temevo che quella atmosfera si fosse persa per sempre, ma alla prima domenica delle Feste mio figlio ha proposto di vedere tutti insieme su Netflix «Qualcuno salvi il Natale» con Kurt Russell. Bellissimo. Io ho risposto imponendo, il giorno dopo, «Una poltrona per due» su Italia 1. E per due sere ho rivissuto l’atmosfera che mi mancava tanto. Allora forse c’è ancora speranza!
Erica Perlini (Carpi)
Cara Erica, come la capisco! Però io non mi sento di dare la colpa alla ricchezza dell’offerta, anzi. Bisognerebbe solo decidere tutti insieme che cosa vedere la sera, che sia sui canali tradizionali o su quelli in «streaming» come Netflix. E noi a Sorrisi lavoriamo giorno e notte per essere una guida sempre migliore. A proposito, vada a pagina 55: parliamo di un incredibile titolo «interattivo» che la farà impazzire... (a.v.)
TRA LE CRITICHE, UNA COSA VERA Caro direttore, a differenza di altri game show dominati dal «fattore fortuna», «L’eredità» avrebbe le carte in regola per essere una trasmissione come si deve (grazie anche alla presenza delle professoresse, Vera su tutte). Ma ha due difetti, a parer mio: almeno nei duelli le domande dovrebbero essere le stesse per i due concorrenti (cosa che nella realtà non avviene, con differenze di difficoltà a volte incredibili); e poi Flavio Insinna dovrebbe smettere d’essere troppo complimentoso.
Tullio Bologna, Vigevano (PV)
Caro Tullio, secondo me i quiz preserali non vanno presi troppo sul serio: sono giochi e come tali possono avere una grande componente di fortuna. D’altronde anche giochi considerati di abilità (penso a Monopoli o a Risiko) alla fine si decidono con il lancio dei dadi. Quindi assolvo «The Wall» e anche gli autori di «L’eredità»,
anche se effettivamente certe volte rimango di stucco anch’io per la facilità di alcune domande dei duelli contrapposte ad alcune quasi impossibili. Su Insinna, che dire? Lui è fatto così, e stando ai dati d’ascolto ai telespettatori piace. Ma la cosa che più mi ha colpito della sua mail è la dichiarazione d’amore per Vera!
LE STAR DI MASTERCHEF Direttore, sto seguendo «MasterChef All Stars» e trovo che l’idea di rimettere in gara concorrenti del passato sia buona, ma si perde quel senso di naturalezza e lo spettacolo degli errori clamorosi che caratterizzano il vero «MasterChef», dove gli aspiranti cuochi sono dilettanti e sempre molto emozionati.
Paola, Gressoney (AO)
È vero, c’è meno emozione ed essendo ormai tutti i concorrenti dei professionisti o quasi, il margine di errore (e quindi lo spettacolo) è minore. Ma a me ha fatto piacere rivedere alcuni
concorrenti a cui mi ero affezionato, come Almo, Maurizio e Rubina. Presto però tornerà il vero «MasterChef» (vada a pagina 36) e con esso emozioni, colpi di scena ed errori clamorosi.
MANGIARE AL CINEMA Come vuole la tradizione, e seguendo i vostri preziosi consigli, sono andato al cinema la sera di Santo Stefano. Ho visto «Il ritorno di Mary Poppins» con la mia famiglia: bellissimo! Ma sia mia moglie, sia mia figlia, sia io siamo usciti dal cinema con addosso un odore misto di hot dog e di popcorn: è proprio necessario che la gente mangi in sala, tra l’altro provocando sporcizia (doveva vedere il pavimento, direttore) e cattivo odore?
Alessandro Migliori
Non so che dirle, fino a qualche tempo fa non esisteva, almeno in Italia, questa abitudine di mangiare al cinema tonnellate di popcorn, panini, eccetera. Al massimo si compravano le
caramelle. Visto che i bambini sono entusiasti di affondare la faccia in quei bicchieroni stracolmi di popcorn, non me la sento di indire una battaglia per vietarli. Inviterei però i gestori dei cinema a dare una pulita alla sala tra una proiezione e l’altra. È vero, certe volte ci si deve fare spazio tra cartacce, avanzi di cibo e bevande rovesciate. E qui trovo incredibile la maleducazione di alcuni spettatori: credo che nessuno, quando guarda un film alla tv, conci la propria casa come certe sale cinematografiche. A meno di avere a disposizione Mary Poppins che rimette tutto a posto in un baleno.
BASKET DA FANTASCIENZA A proposito della violenza e del razzismo negli stadi: l’altra sera guardavo su Sky una partita della NBA, il campionato di basket americano. Ebbene, ho visto solo tifo a favore e il pubblico a un metro dal campo di gioco, senza barriere o addetti alla sicurezza che, come succede negli stadi
italiani, voltano le spalle al campo di gioco e guardano il pubblico pronti a intervenire. Per noi abituati alle tensioni del calcio sembra fantascienza.
Riccardo, Chieti
Caro Riccardo, alcuni anni fa ho avuto la fortuna di assistere dal vivo, a New York, a una partita della NBA (la squadra di New York giocava contro quella di Boston). Era una sfida importantissima, ma il clima era di festa. Prima della partita, negli intervalli e alla fine partiva la musica, la gente accennava pure a ballare sulle tribune. Sembrava quasi che, nonostante la passione dei tifosi fosse evidente, il basket venisse usato come una scusa per trovarsi in tanti a far festa. La squadra di casa perse, ma nessuno ne fece un dramma e i giocatori uscirono tra gli applausi. Credo che per arrivare a questo livello di cultura sportiva (e di spettacolo) da noi ci vorranno duemila anni.
NESSUN GIUDIZIO SU SFERA Caro Aldo, leggo con sgomento un commento «benevolo» sul fatto che Sfera Ebbasta sia primo per ascolti della sua grande
ultima «opera». Scusa ma quello non merita nessun bel commento, vista la musica che propina ai giovani di oggi. La sua è un insulto alla musica vera ed è inconcepibile che un giornale come il vostro, che leggo da una vita e che ritengo una rivista di sani principi, sottolinei il fatto che sia primo in classifica! Siamo proprio conciati bene se una persona del genere ha questo successo! Ma che generazioni crescono con degli artisti di questo genere?
Fabiana Rosa Cara Fabiana, ho tolto qualche definizione un po’ forte dalla tua lettera (ricambio con piacere il «tu») e vengo al punto: il nostro non era un commento, era una constatazione. Ovvero, Sfera Ebbasta era primo nella classifica dei singoli. Nessun giudizio sulla qualità della sua musica. Posso solo aggiungere che di artisti «maledetti», o presunti tali, è piena la storia del pop e del rock (e del rap, poi...). E che questo «maledettismo» tocca spesso le sensibilità dei più giovani, che sono anagraficamente ribelli (come è logico che sia, mica possono ascoltare Al Bano, con tutto il rispetto per Al Bano). Noi possiamo solo registrare il suo successo. E decidere se dedicargli un articolo o no. Cosa che non abbiamo fatto.
MANNAGGIA AL PRINCIPE... Direttore, tra i tre film con le principesse Disney che ho visto in tv, «Biancaneve», «Cenerentola» e «La bella addormentata», qual è il suo preferito?
Alice, 9 anni
Cara Alice, sono innamorato da anni di Cenerentola. Ma lei ha preferito il Principe azzurro.