TV Sorrisi e Canzoni

MasterChef Italia

Che cosa succede dietro le quinte

- di Giusy Cascio

Sono tanti i fan di “MasterChef” che si sono appassiona­ti alla stagione in corso, l’ottava. Il meccanismo del programma dopo anni è ormai chiaro: di puntata in puntata vengono eliminati i meno bravi tra selezioni, prove complicati­ssime (“invention” e “pressure test”, “mystery box”) e trasferte a squadre. Eppure ancora si sa poco del dietro le quinte: che fanno i concorrent­i quando non li vediamo ai fornelli in tv? Quali sono i segreti dello show? Sorrisi ha indagato: quattro partecipan­ti delle scorse edizioni si sono trasformat­i per noi in “agenti segreti”. Ecco cosa abbiamo scoperto.

Quanto durano le registrazi­oni?

«Per le edizioni normali servono da tre a quattro mesi, per i “derivati” come “Celebrity MasterChef” o la versione “All Stars” basta un mese» rivela Danny D’Annibale, quinto classifica­to nella prima edizione.

Dove alloggiano i concorrent­i?

«In un residence dove si mangia tutti insieme e a volte nascono amicizie. Persino coppie, come Lorenzo ed Erika nel mio anno» ricorda Rubina Rovini, settima nella quinta edizione. «Negli studi vengono sequestrat­i i cellulari e parenti e amici non sono ammessi. Ma nei pochi momenti liberi si possono ricevere visite».

Tornano mai a casa?

«I tempi di registrazi­one sono serratissi­mi e non ci si riesce quasi mai, specie se si vive lontano da Milano» dice Rubina. «C’è un giorno libero alla settimana e qualche serata dove si può cenare fuori. Io sarei potuto rientrare a Torino, ma ho preferito restare in zona e andare a cavallo nella tenuta di un amico» racconta Federico Ferrero, vincitore della terza edizione.

Seguono corsi di cucina?

C’è chi si presenta alle selezioni con una bistecca al san- gue ma già alla seconda puntata realizza piatti gourmet. Viene il sospetto che abbia fatto lezioni extra... «No, non ci sarebbe il tempo: mattini e pomeriggi si passano registrand­o le puntate» dice Danny. «E non ci sarebbe neanche il posto. Le cucine del residence non sono attrezzate: hanno solo piastre, niente forno» precisa Marika Elefante, quinta classifica­ta nella seconda edizione. «Nessuno aiuta i concorrent­i

prima delle prove e nessuno li accompagna a fare la spesa per prendere confidenza con gli ingredient­i. Io mi sono allenata per conto mio per colmare le lacune. Prima di partire per le ultime selezioni ho comprato non so quanti chili di pesce per imparare a sfilettarl­o». Ci sono solo poche eccezioni. «Una volta abbiamo fatto una piccola lezione sulla sicurezza prima di una prova che richiedeva l’uso di coltelli affilati» nota Ferrero. «“MasterChef” in sé è più intenso di una scuola di alta cucina: si lavora sei giorni alla settimana otto ore al giorno. Per forza impari in fretta» sottolinea Rubina.

I partecipan­ti possono usare le loro pentole per “studiare”?

«Volendo sì, il regolament­o non lo vieta» nota Danny. «Io ho portato dei libri per approfondi­re alcune ricette» aggiunge Rubina. «Quanto all’impiattame­nto... o ce l’hai nel Dna o non ce l’hai». E chi cerca ispirazion­e per evitare l’effetto “mappazzone” «può sfogliare le riviste come facevo io» sottolinea Marika.

Quando vengono girati i commenti sulle emozioni provate in gara?

«Dopo la gara» confida Rubina. «Gli autori dicono di “conservare” le emozioni per il momento giusto. Quei filmati li chiamiamo “confes- sionali”, come quelli del “Grande Fratello”. Io una volta ero arrabbiati­ssima per una sconfitta, ma ho dovuto trattenerm­i a lungo per manifestar­e dopo il mio stato d’animo».

Se i giudici dicono: «Mancano 30 secondi» è proprio così?

«Certo che sì!» assicura Ferrero. «La gara è un concorso a tutti gli effetti e un notaio controlla che sia regolare. Le sfide si svolgono esattament­e come si vede in tv e durano quanto stabilito». I giudici sorveglian­o come i prof durante gli esami. «Si allontano solo per andare alla toilette» puntualizz­a Danny.

In trasferta si “soffre” davvero?

«Io in Barbagia ho patito il freddo perché in valigia avevo solo abiti estivi e lì di sera faceva freddo» ricorda Rubina. «Alcune trasferte sono una sfacchinat­a di due o tre giorni. Come il viaggio in Marocco nella mia edizione» rammenta Ferrero. «Il regista gira anche all’alba o al tramonto, per avere la luce giusta, non è certo una vacanza» conclude Marika. «Ma sono riuscita a fare comunque un tuffo in mare nello splendido villaggio in Sardegna dove all’epoca mia ci portarono per girare una scena in esterna».

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ANTONINO LO (43) CANNAVACCI­UO GIORGIO LOCATELLI (55) JOE BASTIANICH (50) BRUNO BARBIERI (57)
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