A SANREMO TRIONFA MAHMOOD
Claudio Baglioni ha messo in scena un altro Festival appassionante con Virginia Raffaele e Claudio Bisio. La sfida tra i Campioni in gara è stata imprevedibile fino all’ultimo minuto, ma sabato notte le giurie hanno dato il loro verdetto...
Sono le 2.47 quando Mahmood, il vincitore del 69° Festival di Sanremo, fa il suo ingresso in redazione. Dietro di lui c’è Il Volo ma non si vede Ultimo. Il secondo classificato dopo uno sfogo con i giornalisti della sala stampa del Festival ha preferito tornare in albergo e non presenziare al tradizionale servizio fotografico di Sorrisi: per questo non lo trovate nella nostra copertina.
Ma tutto ciò non ha intaccato i doverosi festeggiamenti per la vittoria davvero sorprendente di Mahmood. «Scusate, prima di cominciare posso mangiare un pezzo di focaccia?» chiede. Naturalmente lo accontentiamo. Poi il giovane artista entra nel set e si siede su una poltrona di velluto per scattare la foto di rito. «Sei il nostro tronista!» scherzano i tre ragazzi de Il Volo, alle sue spalle. E lui, di tutta risposta, improvvisa una divertente parodia di Maria De Filippi.
Mahmood ha l’aria di una persona che sembra vittima di una burla. E infatti sul palco dell’Ariston, dopo l’annuncio della sua vittoria dalla voce di Claudio Baglioni, è rimasto ammutolito. È riu- scito solo a ringraziare le persone che gli sono state accanto in questi anni e in particolare nei giorni del Festival, a cominciare da mamma Anna. «Sono nato e cresciuto a Milano, anche se mio padre è egiziano mi sento italiano al 100 per 100 da sempre» dice. Alessandro Mahmoud, in arte Mahmood, al Festival è arrivato a testa bassa e senza coltivare grandi speranze. Proprio per questo, forse, il pubblico si è innamorato di lui e del suo brano “Soldi”. «Vorrei che ognuno trovasse il suo significato» aveva detto. Ma la realtà è che si tratta di un’espressione di rancore nei confronti di una persona importante, suo padre. Quel ritornello, con il battito di mani fatto da un’orchestra quasi silente, lasciava lo stesso vuoto di un papà che dovrebbe riempirti la vita e il cuore e invece non c’è.
«Faccio fatica a parlare di me giù dal palco» dice Mahmood «perché vista da qui la mia vita non è stata costellata da grandi gioie. E io voglio sorridere». Ci è riuscito grazie alla musica, anche se tutto sembrava andare per il verso sbagliato, almeno all’inizio. Nel 2012 l’artista ha fatto una fugace apparizione a “X Factor”, seguito da Simona Ventura. Ma quel
fallimento gli è stato utile: «Appena finita quell’esperienza ho capito che le belle canzoni non scendono dal cielo, così mi sono messo a studiare» spiega. E in pochi anni è arrivato a scrivere grandi successi come “Hola (I say)” di Marco Mengoni. Ma ha anche collaborato con Michele Bravi, Elodie, Fabri Fibra e Guè Pequeno.
Il suo percorso in effetti è ripartito dal rap. «È il mio mondo, lo sento affine sia come linguaggio sia nello stile» spiega. «Fino alla vittoria a “Sanremo Giovani” a dicembre 2018 mi conoscevano più che altro i fan della musica hip-hop». La sua scrittura, così piena di dettagli da smarrirsi, lui la chiama “Morocco pop”, un mix di suoni e parole contaminate dalla cultura araba dalla quale proviene da parte paterna.
“Soldi” è nata durante una cena tra amici: «Alle mie orecchie e nel cuore un brano dev’essere pensato perché io continui ad amarlo per molto tempo. Voglio fare musica senza rimpianti, ho saputo aspettare e ora eccomi qui, felice».
E oggi Alessandro tiene in mano un trofeo che ha stupito tutti, ma che segna una piccola rivoluzione per la musica italiana. Sempre più giovane, sempre più aperta a nuovi orizzonti. Il futuro è arrivato e ha già il suo fenomeno: si chiama Mahmood.