Parlano i due capisquadra di “Amici Celebrities” ............
Sono passati quattro mesi da quando Alberto Urso ha vinto l’ultima edizione di “Amici”. Quella sera Giordana Angi, nonostante il secondo posto, sorrideva e applaudiva l’amico tenore. Lui invece, emozionato fino alle lacrime, baciava la collana ereditata dalla nonna guardando verso il cielo. Quello stesso studio, svuotato da coriandoli e festoni, ha riaperto i battenti per la sua prima versione “vip”: parliamo di “Amici Celebrities”, in onda ogni sabato sera su Canale 5. I ragazzi sono i capi delle due squadre: Alberto guida quella blu e Giordana quella bianca, proprio le stesse di cui facevano parte quando erano in gara al Serale. Anche se da regolamento c’è una sfida dove trionferà un solo concorrente, di cui sono in qualche modo “responsabili”, parlano l’uno dell’altro quasi come due fidanzati. L’intervista doveva essere un faccia a faccia, ma si è trasformata in un tripudio d’amore.
Cosa vi ha spinto ad accettare la sfida di “Amici Celebrities”?
Giordana: «La bellezza di tornare in un posto che ormai è come casa». Alberto: «Mi mancava troppo Maria (De Filippi, ndr)!». Cosa vi ha dato “Amici”, oltre alla popolarità?
Alberto: «Un forte senso di responsabilità. Non avrei mai potuto sostenere i ritmi del mio lavoro o abitare da solo a Roma se non avessi avuto la dura formazione di questa scuola».
Giordana: «La tecnica nel canto di cui avevo bisogno e la capacità di sintesi. Ho imparato che nella carriera, come nella vita, a volte ci si gioca tutto in tre minuti. La durata di una canzone».
“Amici Celebrities” invece cosa può dare ai concorrenti?
Giordana: «L’opportunità di tirare fuori un talento sopito o poco espresso. La vita è una sola e penso davvero che valga la pena di esplorarla tutta, superando i propri limiti».
Alberto: «La libertà di dare vita a un sogno rimasto per troppo tempo nel cassetto. Sarà sorprendente: il programma lo vincerà chi ha la passione più grande, non per forza chi ha fatto sfoggio delle note più alte o dei passi di danza migliori».
Avete mai fatto da caposquadra nella vita?
Giordana: «Io da ragazzina ero rappresentante di classe. Ero l’unica con il coraggio di parlare ai professori quando c’erano dei problemi».
Alberto: «Mai prima d’ora. Quando c’era da fare il “capo” di qualcosa, ho sempre delegato per timidezza o rispetto dei più grandi».
Cosa vi differenzia dal classico “direttore artistico” del Serale?
Alberto: «Siamo come dei tutor, diamo umilmente consigli. È vero, siamo giovani, ma siamo anche delle “cinture nere” di sfide su quel palco».
Giordana: «Restiamo a disposizione dei concorrenti e li osserviamo con