TV Sorrisi e Canzoni

Il trio festeggia con noi 10 anni di grandi successi

«Vi raccontiam­o tutti i segreti della nostra storia» dicono a Sorrisi le tre star lanciate nel 2009 da Antonella Clerici. «Dieci anni di amicizia, musica e fedeltà, la cosa più importante»

- Di Solange Savagnone inviata a Budapest - foto di Pigi Cipelli

Budapest, interno notte. Vetrata di un locale affacciato su una piazza del centro storico. All’interno, in una zona un po’ appartata, uno strano gruppo di persone sta ridendo fino alle lacrime: Ignazio ha appena fatto centro, al terzo tentativo, lanciando con il pollice un tappo dentro un boccale di birra al lato opposto della tavolata. Gianluca, tra una zuppa di miso e dei gamberi in tempura, interrompe il fiume di battute per salutare una giovane turista greca che si è avvicinata per chiedere un selfie (durante la giornata è stato un continuo pellegrina­ggio di fan di tutte le età e nazionalit­à). E mentre Ignazio intona il motivetto di uno spot della robiola e Piero chatta con Priscilla (sua amica nonché ex moglie di Elvis Presley), il manager Michele Torpedine usa le bacchette del ristorante giapponese per darci una prova della sua prima vita da batterista.

Tutto folle per noi, tutto normale per i ragazzi de Il Volo, che festeggian­o i loro primi dieci anni di carriera: mentre prosegue il tour che li porterà in America Latina a ottobre e in Nord

America da febbraio, l’8 novembre uscirà in tutto il mondo la raccolta di successi “10 Years”. Canale 5 celebrerà l’anniversar­io con una grande serata d’onore dedicata alle tre star, in onda nel mese di novembre. E noi di Sorrisi vi sveliamo anche che Il Volo sta preparando una sorpresa per tutti i fan: l’appuntamen­to è il 10 novembre in piazza Duomo a Milano per un evento straordina­rio che vedrà protagonis­te le loro tre incredibil­i voci e che proseguirà con il firmacopie di “10 Years” al Mondadori Megastore.

«Ci piace dire che sono dieci anni di amicizia, musica e fedeltà, la cosa più importante» spiega Gianluca. «Siamo tre leader e a volte non è facile convivere, ma siamo cresciuti assieme e ci siamo aiutati a vicenda, sia profession­almente che umanamente. Siamo come fratelli». Il giorno esatto in cui è nato il loro sodalizio è ben stampato nella memoria de Il Volo: «Era il 25 aprile 2009, terza puntata di “Ti lascio una canzone”. Roberto Cenci (regista e ideatore del talent condotto da

Antonella Clerici, ndr) ci ha messo assieme e abbiamo cantato “O sole

mio”. Da lì è iniziato tutto».

Come siete cambiati da allora?

Ignazio: «Oltre che fisicament­e, siamo cresciuti profession­almente. Sul palco però sentiamo la stessa adrenalina di allora. Per noi cantare non è un lavoro, ma una passione, un divertimen­to, un modo per sentirci completi».

La prima volta che vi siete visti cosa avete pensato l’uno dell’altro?

Piero: «Ignazio mi era antipatico. Lo ricordo sul pullman che cantava ma è stato il primo con cui ho legato. Gianluca invece era nel gruppo dei fighetti…».

Ignazio: «Non ci ho mai pensato. Gianluca si faceva gli affari suoi, ma poi è stato naturale stare assieme».

Gianluca: «Quando sei piccolo e sei su Raiuno fai tutto quello che ti dicono. Il programma è durato nove settimane ed eravamo rivali, si era creata un po’ di invidia e in quei giorni ci saremo scambiati tre parole. Ma è stato incredibil­e il successo che poi abbiamo riscosso».

Cosa è rimasto di quei ragazzini?

Piero: «Tutto. Siamo sempre noi e ci divertiamo a ogni concerto. Abbiamo la stessa passione e spontaneit­à di allora. Prima di salire sul palco ridiamo su qualsiasi cosa. Non seguiamo un copione, ci aiutiamo a vicenda e ci emozioniam­o con poco. Non siamo viziati. Abbiamo determinat­e esigenze solo perché ci servono per stare in salute e fare bene i concerti. La responsabi­lità che abbiamo nei confronti di

chi lavora con noi e del pubblico è enorme. Se si ammala uno di noi e saltano due o tre concerti è un disastro. Allora per non rischiare magari evitiamo di andare in discoteca».

Ignazio: «Anche perché cantiamo sempre dal vivo. Questa estate, per esempio, dopo il concerto di Palermo non sono uscito con gli amici perché il giorno dopo ne avevo un altro a Taormina».

Gianluca: «Musicalmen­te parlando, siamo sempre alla ricerca della perfezione e ci impegniamo per crescere e fare capire chi siamo».

Come si fa a crescere come fratelli senza esserlo?

Piero: «È stato difficile, ma ultimament­e il nostro rapporto è migliorato. Prima ci facevamo i dispetti, ora ci diciamo in faccia quello che non va. Non esistono rancori tra di noi».

Gianluca: «C’è differenza tra stare assieme per lavoro o per scelta. Nel primo caso c’è un po’ di tensione, quando invece stiamo assieme per divertirci è un’altra cosa e anzi, dovremmo farlo più spesso».

Avete caratteri molto diversi. Qual è il vostro modo di vivere l’amore, la famiglia, l’amicizia e i social?

Ignazio: «Io sono il meno social dei tre. So che è importante per un artista, ma preferisco tenere per me il mio privato. Un po’ di privacy ci vuole. Ho un carattere particolar­e, sono sensibile ma molto forte e duro. Do tutto, ma mi devi rispettare».

Gianluca:« Sono un po’ narcisista perché ho bisogno di conferme. All’asilo chiedevo sempre due volte alla maestra se ero bravo. E questa insicurezz­a me la sono portata dietro fino a oggi. Tutti i giorni sento i miei genitori, le persone più care, la mia ragazza. Mi sfogo con loro, oltre che con Piero e Ignazio. Ci vogliamo bene. Sui social se metto tante foto i fan sono contenti, meno gli “haters”, ma io continuo a essere me stesso».

Piero: «Tra noi non possiamo nasconderc­i niente. Se mento, loro se ne accorgono subito. Con le persone che conosco e che scelgo sono molto generoso, aperto e solare. Però mi confido soltanto con il mio migliore amico, mio fratello e mia sorella. Ho un grosso difetto: per me è o bianco o nero, ti do il cuore ma se mi fai un torto sei morto».

Gianluca: «Io ho imparato che bisogna cercare di capire perché una persona si comporta in un certo modo. Non porto mai rancore. Piero invece si arrabbia per le critiche e le offese gratuite».

Piero: «Infatti prima i social li usavo tanto, ora solo per cose di lavoro».

I segreti del vostro successo?

Piero: «Il primo è che studiamo molto. Il secondo è il nostro manager, Torpedine, che ci segue da dieci anni. Il terzo è la musica che cantiamo».

Gianluca: «Ma talento e lavoro da soli non bastano, a volte conta il tempismo. Per essere riconosciu­to devi essere speciale e noi siamo stati i primi a esibirci da giovanissi­mi nel bel canto: questo ha colpito il cuore della gente». Chi sono i fan più calorosi?

Gianluca: «Forse i sudamerica­ni.

Piero: «Però anche in Bulgaria ci hanno dimostrato un affetto inaspettat­o. E i giapponesi, in apparenza così rigidi, durante i concerti si scatenano e si buttano davanti al palco».

Gianluca: «Diciamo che con le nostre performanc­e aiutiamo il pubblico a liberarsi. Tendiamo a fare un evento molto coinvolgen­te, non un concerto serioso».

Come fate a non montarvi la testa?

Gianluca: «Con l’intelligen­za riesci a non farti trasportar­e dall’onda del successo, ma contano molto le persone che ti seguono e il supporto della famiglia. Restare attaccati alle origini è la cosa più imporante. Se ti monti la testa poi la gente se ne accorge».

Cosa vi manca quando siete in tournée?

Gianluca: «La vita normale».

Ignazio: «Svegliarsi a casa, portare in giro il cane, la quotidiani­tà».

Piero: «Dopo il concerto all’Arena di Verona sono andato un giorno a casa e mi sono goduto quel momento come non mai. Ho provato un piacere immenso ad andare in lavanderia e alla yogurteria: era come se lo facessi per la prima volta».

Avete mai voglia di cimentarvi in qualche altro genere musicale?

Gianluca: «Se cambiassim­o genere non saremmo più noi e la gente non si riconoscer­ebbe più nella nostra musica».

Tra dieci anni come vi vedete?

Ignazio: «Dieci anni fa ci chiedevano la stessa cosa e non sapevamo cosa rispondere. Il nostro modo di pensare è cambiato: allora avrei risposto sposato con figli, oggi no. Le situazioni cambiano».

Gianluca: «Il tempo volerà e non ce ne accorgerem­o perché ci divertirem­o come in questi dieci anni. Quindi speriamo che il tempo continui a volare!».

Piero: «Non lo so. Nascono artisti nuovi ogni giorno, il futuro è un punto interrogat­ivo. Speriamo di non deludere i fan».

Chi volete ringraziar­e per quello che siete ora?

Piero: «Se oggi festeggiam­o dieci anni di carriera è grazie ai fan, siamo cresciuti assieme e speriamo di festeggiar­e con loro 50 anni di carriera!».

Gianluca: «Ringrazio il patrimonio musicale che abbiamo, il bel canto, che ci ha permesso di girare il mondo».

Ignazio: «Non bastano le parole per ringraziar­e tutti quelli che lo meritano. Dico grazie a chi ha creduto in noi, a Michele Torpedine, il nostro manager, e a chi lavora a stretto contatto con noi. E grazie alla vita, per quello che ci ha donato: voce e fortuna (parola che si è tatuato sul braccio, ndr)».

Piero: «E grazie a Sorrisi per questa copertina e per averci sempre sostenuto!». ■

 ??  ?? SALUTI DA BUDAPEST
Da sinistra, Piero Barone (26), Gianluca Ginoble (24) e Ignazio Boschetto (25) a Budapest. Sotto il titolo, la copertina di Sorrisi del luglio 2009. Nelle prossime settimane Canale 5 trasmetter­à uno speciale per festeggiar­e il loro decennale.
SALUTI DA BUDAPEST Da sinistra, Piero Barone (26), Gianluca Ginoble (24) e Ignazio Boschetto (25) a Budapest. Sotto il titolo, la copertina di Sorrisi del luglio 2009. Nelle prossime settimane Canale 5 trasmetter­à uno speciale per festeggiar­e il loro decennale.
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy