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Ma chi l’ha detto che non c’è più religione?

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C’è chi dice che i nomi “sacri” sono passati di moda.

Non è affatto vero: anzi, anche in un periodo come quello attuale, in cui i genitori almeno apparentem­ente si ispirano meno ai santi e alla religione al momento di scegliere un nome per i figli, in realtà l’Antico e il Nuovo Testamento offrono notevole ispirazion­e sia nei Paesi anglosasso­ni sia in Italia. Nel nostro Paese, in particolar­e, i dati Istat indicano tra i primi 50 nomi maschili ben 28 tratti dalla Bibbia: si va da Mattia, Andrea, Gabriele, Matteo, Tommaso, Giuseppe, Davide, Giovanni fino a Giacomo, Gioele, Daniele, Elia, Samuel, Stefano, Raffaele. Corrispond­ono nel 2017 a 67.421 nuovi nati, che rappresent­ano il 29 per cento del totale. Tra le bambine i nomi biblici sono 10 su 50: Anna, Sara, Noemi, Rebecca, Elisa, Marta, Maria, Miriam, Eva e Rachele più Mia e Isabel, diminutivi di Maria e di Elisabetta. Tornando ai maschi, possono poi contarsi Cristian (con e senza l’h) e, poco dopo il 50° posto, anche Nathan e Giosuè (accentato e no), che è passato dalle 91 attribuzio­ni del 1999 alle 300 del 2017; Ethan dal canto suo sale da 7 a 225, Tobia a 65 a 119, Giona da 29 a 100, Geremia da 28 a 70. Insomma, c’è un dilagare di nomi di apostoli, discepoli, arcangeli, profeti e altri personaggi “sacri”. Mentre in America spopolano Noah (Noè), Benjamin, Elijah (Elia), Lucas, Ethan, Jacob (Giacobbe), Michael e Ezekiel. Li troveremo presto tra i primi anche in Italia? Non tutti e di certo non Ezechiele, grande profeta il cui nome da noi è però ancora associato al lupo cattivo di Walt Disney...

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