TV Sorrisi e Canzoni

Antonino Cannavacci­uolo

- Di Paolo Fiorelli foto di Stefano G. Pavesi

Mette alla prova... un nostro giornalist­a!

Ma basta, sono stufo del giornalism­o! Ogni giorno ce n’è una. Come quella volta che il direttore mi ha spedito a Cannes a indagare su un caso di gioielli rubati e per

poco ci lasciavo le penne*. O quando ho ballato con le Veline e poi mi è venuto il mal di schiena**. Basta! Voglio un lavoro più tranquillo e che mi renda, possibilme­nte, famoso e danaroso. Per fortuna grazie ai contatti di Sorrisi ho saputo in anteprima che chef Antonino Cannavacci­uolo sta cercando un nuovo cuoco. Io mi presento alle selezioni: hai visto mai...

Eccomi dunque a Oleggio Castello, in provincia di Novara, dove il grande chef metterà alla prova 10 cuochi nel suo nuovo show “Antonino Chef Academy”, e il vincitore verrà assunto direttamen­te nel ristorante del Maestro! Ma io, con la scusa di farmi spiegare come funziona il programma, l’ho convinto a esaminarmi per primo. Se riesco a impression­arlo è fatta! Sì, mi spiace un po’ per gli altri 10, ma il mondo dell’alta cucina è così: spietato.

Già il posto di lavoro si presenta niente male. Siamo nella cucina di un castello tra arazzi di velluto, quadri alle pareti e un parco sterminato che si ammira dalle finestre. Bella, nuova e spaziosiss­ima: altro che la mia postazione tre metri per due, dove se solo ordino una pizza al telefono mi sentono in 27!

Ma ecco che arriva lo chef. L’accordo è che mi tratterà proprio come un concorrent­e dello show. Comincia subito a interrogar­mi: «La prima cosa da fare quando entri in cucina?». «Non saprei...». «Mettere l’acqua sul fuoco! Perché in cucina l’acqua calda serve sempre. Dov’è l’acqua sul fuoco?». «Eseguo».

Ha già capito che imparo in fretta e chiede: «Da che livello vogliamo partire?». «Possiamo fare livello zero?». «Vabbè... Per riscaldart­i, fammi un pochè». «Che?». «Un uovo in camicia!». Be’, non saprò bene il francese ma almeno un uovo lo so rompere. Faccio un bel gesto scenografi­co, dall’alto... è sbagliato! «Ma cosa fai? Così l’albume e il tuorlo si separano. Rompilo in una ciotola e poi colalo

nell’acqua con delicatezz­a». Eseguo, ma lo chef non si accontenta. «Per il pochè devi cogliere l’attimo! Lo devi gettare nell’acqua quando si sta chiudendo il vortice, se no prende una brutta forma».

Uff... ma sai che fare il cuoco forse non è così rilassante? Comunque è già ora di passare alla prova decisiva: la Carbonara! Affetto la pancet... cioè il guanciale, rompo le uova, grattugio il pecorino, tutto perfetto. Chef Antonino mi guarda soddisfatt­o.

Voglio essere sincero, non sono mancati momenti difficili e qualche piccola incomprens­ione. Come quando mi ha detto: «Quando versi l’impasto sugli spaghetti la padella deve stare sotto i 40 gradi, se no l’uovo si strapazza». «E come faccio a capirlo?». «Basta che la tocchi. Deve scaldare ma non scottare». «La tocco? La padella rovente???». «Non è rovente, sta a 35 gradi». «E io come faccio a sapere che non è rovente?». «Perché la tocchi...». Non ne siamo più usciti. O quando mi ha detto: «Questo guanciale per te è tagliato sottile?». «Beh, sì». «Prendi ogni fettina e tagliala ancora a metà». «Beh, c’ero quasi». «E poi ancora a metà e a metà e comincerai a

Il momento più duro è la “spadellata”. Scopro tra l’altro che le donne impazzisco­no per una spadellata ben fatta. «Dev’essere un movimento sexy» dice il Maestro. Sarà, io riesco solo a far tremolare i miei spaghetti due o tre volte.

Comunque, alla fine sono convinto di averlo impression­ato. Mi chiede anche qual è il mio “piatto di rappresent­anza”. Io a Chef Antonino non voglio nascondere nulla e gli racconto la triste storia della trota panna e mandorle col cui sughetto ho finito per intasare il lavandino, dopo di che mia moglie mi ha interdetto l’uso della cucina a vita. «Ma è solo invidia, è stato un incidente». «Capisco...».

Alla fine però, stranament­e, Chef Antonino non mi offre subito il posto. Sicurament­e perché, per correttezz­a, vuole comunque vedere all’opera anche gli altri 10 cuochi nel programma che comincia martedì 12 novembre. Torno a casa con un promettent­e: «Ti faremo sapere». Non mi resta che aspettare fiducioso! ■

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È fatta, lo sento. Ho impression­ato lo chef. D’ora in poi questo castello sarà il mio nuovo ufficio
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SCORDATELO Dopo questi spaghetti, meglio che continui con le penne. Quelle per scrivere!

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