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ENRICO PIAGGIO «Un genio italiano ammirato ovunque»

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Chi era questo “Enrico Piaggio” e cosa fece di straordina­rio? «Il padre gli aveva lasciato due industrie in Toscana dove si fabbricava­no aerei. Fu lì che un suo ingegnere, prendendo spunto dai motorini di avviamento per l’elica degli elicotteri, inventò il motore della Vespa».

Come recita il sottotitol­o del film tv di Raiuno, realizzò “Un sogno italiano”.

«Piaggio avrebbe potuto fabbricare macchine di lusso, invece pensò alle donne, ai preti, alle persone umili che dovevano rimboccars­i le maniche e per le quali un’auto o una moto costavano troppo. Fu un visionario: tra i primi 10 loghi italiani più famosi nel mondo c’è ancora la Vespa. Anche io sono un “vespista”».

La Vespa è stato uno dei suoi sogni?

«Quando ho compiuto 14 anni e tre ore ero già sulla mia prima Vespa “Special” azzurro metallizza­to. Mi ha dato il senso di libertà: fare il giro del lago d’Iseo, vedere le luci della sera, da solo, senza genitori. Poi, a Roma, ho avuto una Vespa 200 “Rally”, con cui ho fatto il “pony express”, andavo a lavorare come cameriere o all’Accademia d’arte drammatica. Adesso la tengo nel casale in Toscana».

Ne parla con entusiasmo.

«Mi entusiasmo per tutto ciò che faccio e soprattutt­o per le persone come Piaggio. Aveva lungimiran­za, esprimeva il genio dell’Italia del Dopoguerra. Fu lui che inventò la rateizzazi­one. Geniale».

Piaggio è un personaggi­o realmente esistito. Come lo ha interpreta­to?

«Piaggio era un pioniere, ma era anche schivo e timido. Ci sono pochi video di lui, ho visto delle foto, osservato i suoi atteggiame­nti: era tignoso, ma siamo negli Anni 40, l’industrial­e, il padrone, doveva dare l’immagine dell’uomo forte. In famiglia si toglie la maschera e si scioglie». Nel suo carnet ci sono molti personaggi storici: Puccini, Caravaggio, Walter Chiari...

«Per alcuni, come Caravaggio, Puccini o Piaggio, la cosa che ti salva è che nessuno li ha visti camminare, parlare. Dalle foto cerchi di capire il loro atteggiame­nto, la loro personalit­à. Con Walter Chiari è diverso, su Internet c’è tutto di lui. Allora, per non scimmiotta­rlo, devi avvicinart­i cercando una rievocazio­ne interna». ■

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