VITTORIA PUCCINI
interviste. Ma quando il microfono passava a me, io diventavo paonazza e iniziavo a balbettare. Pure in una situazione così familiare, di svago e di scherzo, mi emozionavo in modo incredibile».
Non si direbbe che sei così timida…
«E infatti poi nella vita ho fatto tutto ciò che allora mi spaventava. A volte ti convinci di certe cose e poi scopri che a te fa bene tutt’altro, hai delle capacità che non pensavi di avere. Bisogna tenere sempre le porte aperte».
I compleanni non ami festeggiarli ma sono sempre un momento di bilancio.
Come ti vedi oggi?
«Mi vedo molto bene, sono felice di quello che ho costruito nella mia vita, sia dal punto di vista professionale che privato. Sono realizzata, adoro il mio lavoro per quanto sia anche faticoso e complicato, però lo faccio sempre con la stessa passione con la quale l’ho iniziato. Ho imparato ad accettarmi di più, a volermi più bene. Quando ho cominciato a lavorare mi sono “centrata”, perché ho trovato la mia passione e mi sono rafforzata. Mi è capitato di rivedere delle mie interviste subito dopo “Elisa di Rivombrosa”, avrò avuto 24 anni, e già avevo una parlantina e una sicurezza che non mi ricordavo di possedere. Adesso ne sono consapevole, è una cosa che ho sviluppato grazie al lavoro».
Quando eri ragazzina avevi un obiettivo che ti eri posta di raggiungere entro i 40 anni?
«Ero sicura che sarei diventata mamma presto, la maternità l’ho sempre sentita congeniale a me, forse anche grazie alla mia famiglia numerosa. Infatti Elena (la figlia che ha avuto con Alessandro Preziosi, ndr) l’abbiamo voluta quando ero molto giovane. A livello professionale invece il lavoro di attrice è stata una scoperta, dal momento che mi vedevo come “donna di legge”.
Ma lo sfizio me lo sono tolto adesso, interpretando Elena Guerra. La bellezza di questo lavoro è proprio che puoi vivere tutte le vite che vuoi, tutte le donne che vuoi, con le loro mille sfaccettature».
E nei prossimi anni che soddisfazioni ti vuoi togliere?
«Vorrei viaggiare di più per piacere e non solo per lavoro. Vorrei andare in Australia e poi in Giappone, dove non sono mai stata. E lì avrò una guida d’eccezione: mia cugina La Pina che il Giappone lo conosce molto bene».
E in cucina sperimenterai qualche nuovo cavallo di battaglia?
«Certo. Da poco ho scoperto il sedano rapa (ride) che è
buono e fa anche parecchio bene. Lo cucino in padella col rosmarino. Ma devo sperimentare nuove ricette di pesce: lo mangerei tutti i giorni. Ultimamente sono un po’ arrugginita perché ho lavorato molto ma devo riprendere, cucinare mi piace moltissimo. L’arte del mangiare, la convivialità. Guarda i miei fornelli: non sono rivolti verso il muro ma li ho voluti nell’isola centrale, così che mentre cucini puoi interagire con le altre persone».
Ed Elena ha ereditato la tua passione?
«In realtà io la cucina l’ho scoperta tardi perché mia mamma cucinava talmente bene che faceva tutto lei. A Elena piace aiutarci tra i fornelli, ma vorrei che si abituasse da subito a sperimentare. L’adolescenza è un momento delicato per come ci si vede, allora cucinare quello che mangi ti aiuta ad avere un rapporto sano con il cibo».
Ti vedremo presto anche al cinema.
«Il 9 gennaio esce “18 regali”, tratto dalla storia vera di Elisa Girotto, una donna coraggiosa che ha scoperto mentre era incinta di essere malata di un tumore al seno e ha lasciato 18 regali per la figlia da scartare ogni anno fino al 18° compleanno. È un film che racconta la maternità in modo intenso. E sempre a gennaio sarò sul set di una nuova serie per la tv». ■