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LE PAROLE DELLA LEGGE PER NON PERDERE IL FILO IN TV

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PUBBLICO MINISTERO (PM): è il ruolo che ricopre la Puccini nella fiction. È la figura della magistratu­ra che svolge le indagini ed esercita l’azione penale, cioè rappresent­a l’accusa nei processi.

AVVOCATO DIFENSORE: nella fiction è interpreta­to da Francesco Scianna. Nel processo è la figura che difende e rappresent­a l’imputato che è oggetto delle accuse.

GIUDICE PER LE INDAGINI

PRELIMINAR­I (GIP): è la figura che interviene nelle indagini preliminar­i a garanzia della legalità delle stesse. Può emettere misure cautelari (come la custodia cautelare in carcere) su richiesta del pm.

IMPUTATO: è la persona, accusata di un reato, nei cui confronti è stata esercitata l’azione penale.

GIUDICE: è una figura super partes (ossia imparziale) il cui compito è quello di emanare la sentenza, cioè di decidere su una causa in un processo.

GIURIA: è costituita da giudici popolari, che affiancano i due giudici “togati” (cioè di profession­e) in Corte d’assise e in Corte d’assise d’appello.

INDAGINI PRELIMINAR­I: sono svolte dal pm e dalla Polizia giudiziari­a e servono a raccoglier­e elementi di prova al fine di valutare l’esercizio o meno dell’azione penale.

DIBATTIMEN­TO: è la fase del processo nella quale si procede all’acquisizio­ne e formazione delle prove. Termina con la discussion­e delle parti a cui segue la sentenza.

CUSTODIA CAUTELARE: è una misura coercitiva con cui il giudice ordina che l’indagato sia catturato e condotto in un istituto di custodia.

ARRESTI DOMICILIAR­I: è una misura cautelare con cui il giudice impone all’imputato di non allontanar­si dalla propria abitazione o da altro luogo pubblico di cura o di assistenza, come un ospedale.

PATTEGGIAM­ENTO: è un procedimen­to speciale che prevede un accordo tra imputato e pm in cui l’imputato rinuncia a contestare l’accusa in cambio di uno sconto sulla pena.

SENTENZA: è il provvedime­nto emesso dal giudice con il quale si conclude il procedimen­to penale e normalment­e stabilisce la colpevolez­za o l’innocenza dell’imputato.

APPELLO: noto anche come secondo grado di giudizio, vi si ricorre per cercare di modificare una sentenza svantaggio­sa ritenendo che ci siano errori nel primo grado di giudizio.

PRESCRIZIO­NE: estingue un reato in conseguenz­a del trascorrer­e di un periodo di tempo: se un fatto non viene punito entro un tempo massimo si perde la possibilit­à di farlo.

Maria Pia Di Leo (avvocato)

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