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E risponde a 15 sue domande...

MARZULLO INTERVISTA MARZULLO Il conduttore ha raccolto in un libro i suoi quesiti più belli. E ora ci dà anche le risposte!

- Di Paolo Fiorelli

N «on ho capito la domanda». Perché il nuovo libro di Gigi Marzullo si intitola così? Per intuirlo basta leggere alcune delle 365 domande che contiene, gemme selezionat­e in 35 anni di interviste a “Sottovoce” e negli altri suoi programmi. Per esempio questa: «Per entrare nel mondo è meglio uscire dal proprio mondo o per entrare nel mondo è meglio costruire un altro mondo e chiudersi al mondo?». O anche: «Fa più bene il bene o più male il male?». Alcune non sono neppure vere domande, ma pennellate di umorismo e persino di inaspettat­o cinismo: «Chi trova un amico trova un tesoro, o chi trova un tesoro trova tanti amici?». Dilemmi filosofici e vertiginos­i che avrebbero messo in ginocchio anche Socrate e Aristotele. Anzi, c’è forse una sola persona al mondo in grado di rispondere davvero a queste domande: Marzullo stesso. Perciò abbiamo scelto dal libro quelle che ci piacevano di più e gliele abbiamo rivolte. Del resto non fu lui a dire: «Si faccia una domanda e si dia una risposta»?

Marzullo, è meglio essere un uomo di spettacolo o uno spettacolo di uomo?

«Non sono né l’uno né l’altro. Per “uomo di spettacolo” intendo uno che sappia cantare, ballare, recitare... io mi sento al massimo un bravo artigiano della tv».

È più abituato ad avere risposte o è più abituato a fare domande?

«La seconda, sia perché in carriera ho fatto migliaia di interviste, sia perché le risposte vere scarseggia­no. E le migliori sono quelle che ti arrivano senza che tu abbia fatto la domanda».

Dobbiamo sempre meraviglia­rci degli altri o dobbiamo sempre meraviglia­rci di noi stessi? «Entrambe le cose. Perché tutti, ma proprio tutti, hanno qualcosa di interessan­te da raccontare. Certo, molti “tirano giù la saracinesc­a” per non rivelarsi, e allora devi trovare un pertugio. È quello che cerco di fare nelle mie interviste».

È più pericolosa l’avven

tura o è più letale la routine?

«Il mio ideale è una gradevole vita di routine, da ravvivare ogni tanto con un’avventura. Perché in fondo l’avventura è la vita stessa: svegliarsi al mattino e inventarsi una nuova giornata è già un’avventura».

Si smette di pedalare quando si invecchia o si invecchia quando si smette di pedalare?

«Guai a smettere di pedalare! Io però non amo lo sport e quindi faccio pedalare la fantasia. Pedalo molto, ma solo in senso figurato».

La vita di coppia ci raddoppia o ci dimezza?

«Forse dopo tanti anni ci dimezza, ma sono sposato da appena un anno e con mia moglie mi sento raddoppiat­o».

Rincorrere i sogni per una vita intera aiuta a rimanere giovani o fa invecchiar­e prima?

«Aiuta a rimanere giovani, a patto che prima o poi se ne realizzi almeno uno!».

È più facile che l’amore si tramuti in odio o l’odio in amore?

«La seconda. Io odiavo esibirmi in pubblico, perché ero timido, e ora invece mi diverto. E amavo tanto mangiare, mentre oggi sono più parco e odio i piatti troppo elaborati e saporiti. Ma qui l’uso della parola “odio” è esagerato, in realtà non mi ci riconosco, non mi appartiene. Non bisogna mai odiare!».

È fortunato perché è felice o è felice perché è fortunato?

«Tutte e due, ma la fortuna non capita per caso, bisogna inseguirla, corteggiar­la, provocarla. Io ho la fortuna di fare il lavoro che amo nel modo in cui amo farlo: cercando sempre la persona dietro il personaggi­o».

È più facile dare il cattivo esempio o è più difficile dare il buon esempio?

«Dare il buon esempio è difficile ma bisogna sforzarsi. Perché quando diamo il cattivo esempio, prima che agli altri lo diamo a noi stessi, ed è la cosa peggiore. Io ho ricevuto molti buoni esempi, a cominciare da quello di mia mamma Angela che quasi mi metteva in soggezione con le sue qualità inarrivabi­li. Io ne ho molte meno, ma spero di dare almeno un esempio di volontà e tenacia. Quelle le ho, non mi arrendo facilmente».

È più difficile realizzare una buona idea o convincere gli altri che l’idea da realizzare è una buona idea?

«Ah, convincere gli altri è difficilis­simo! Ma se racconti le tue idee con passione, e dimostri di crederci fino in fondo, avrai più chance».

È più giusto fare o è più giusto fare a meno?

«Bisogna fare, ma essere pronti a fare a meno. Io faccio a meno di tante cose. Dei viaggi, per esempio. Perché tanta fatica per arrivare in un posto? Preferisco vedermi un bel filmato».

Nella vita è meglio avere ragione o essere felici?

«Meglio essere felici dopo aver avuto ragione. A me comunque capita molto più spesso di avere ragione che di essere felice!».

La vita va giudicata da quel che si raccoglie o da quel che si pianta?

«Ahimé, da quel che si raccoglie. Io finora ho raccolto più di quanto ho piantato, ma la strada è ancora lunga e punto al pareggio. Mi piace molto, il pareggio. In tanti aspetti della vita vorrei vincere ma so anche che potrei perdere, perciò mi accontento».

E finiamo con l’ormai mitica: la vita è un sogno, o i sogni aiutano a vivere meglio?

«La vita sembra un sogno, ma non lo è. Per affrontarl­a ci vogliono tantissima forza, tenacia, pazienza. E i sogni possono aiutare». ■

 ??  ?? PROFESSION­ISTA DEL DUBBIO Gigi Marzullo (66 anni) lavora in Rai dal 1983. Sulla maglia a righe alcuni dei 365 interrogat­ivi raccolti nel libro (a destra) “Non ho capito la domanda” (Rai Libri, 16 euro).
PROFESSION­ISTA DEL DUBBIO Gigi Marzullo (66 anni) lavora in Rai dal 1983. Sulla maglia a righe alcuni dei 365 interrogat­ivi raccolti nel libro (a destra) “Non ho capito la domanda” (Rai Libri, 16 euro).
 ??  ?? OSPITE FISSO Gigi Marzullo con Fabio Fazio (54) e Luciana Littizzett­o (55) a “Che tempo che fa”, dove è ospite fisso dal 2015.
OSPITE FISSO Gigi Marzullo con Fabio Fazio (54) e Luciana Littizzett­o (55) a “Che tempo che fa”, dove è ospite fisso dal 2015.

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