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PER DOPPIARE ELSA MI SONO... IMMERSA!

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Serena Autieri, come è stata scelta per dare la voce a Elsa? «Si parla di più di sei anni fa, ormai... feci il provino con la canzone “All’alba sorgerò”, tanto bella quanto difficile. Mi ero preparata bene ma non era per niente scontato. Quando mio marito mi ha detto: “Hanno chiamato dalla Disney, ti hanno presa”, stavo dando da mangiare a mia figlia Giulia, che era molto piccola. Ho lanciato un urlo di gioia e Giulia mi ha guardato incredula con gli occhi sgranati e avrà pensato: “Mamma è impazzita” (ride)».

Ora sua figlia è più grande: cosa dice del fatto che sua mamma è la regina Elsa?

«Le piace moltissimo! Quest’anno in realtà ha avuto anche lei un piccolo approccio al doppiaggio in “Frozen 2”.

Ha fatto alcune voci di bambine del villaggio di Arendelle e nei titoli c’era il suo nome, è stato emozionant­e».

Ci racconta un momento divertente del doppiaggio di “Frozen 2”?

«Le scene in cui Elsa finisce sott’acqua... ho preso una vaschetta d’acqua dove immergevo gli occhi, il naso, la bocca, facevo le bolle per davvero. Come se stessi in apnea con l’acqua che entrava in bocca... divertenti­ssimo!».

E qual è stato l’aspetto più difficile?

«Elsa passa dai momenti di confidenza, dolcezza e intimità con la sorella

Anna ad altri di grande forza, nei quali vuole restare sola per capire la storia della sua famiglia. Ma scavare nel passato comporta dolore. Questa altalena emotiva, entrare e uscire da diversi stati d’animo, è la parte più delicata ma anche più stimolante per un attore».

Quando era bambina quali erano i suoi personaggi preferiti?

«Mi piacevano Cenerentol­a e Biancaneve. Sono cresciuta con i film della Disney: “Gli Aristogatt­i”, “La carica dei 101”...».

E la prima canzone dei cartoni che ha imparato?

«“Basta un poco di zucchero” di “Mary Poppins”. Che poi è la stessa che mia figlia Giulia sta imparando a scuola di pianoforte e di canto».

Tornando al mondo degli adulti… in cosa è impegnata ora?

«Sono in teatro con “La menzogna” insieme con Paolo Calabresi».

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