Genitori e pop corn

Sabato scorso mi sono offerto di portare tre bambini a vedere “Frozen 2” (ne parliamo a pagina 44). Andare al cinema coi bambini mi piace, perché loro sì che partecipano allo spettacolo: commentano ad alta voce, suggeriscono ai personaggi come comportarsi e ogni tanto l’emozione provoca loro anche qualche lacrima. Insomma, cinema... nel cinema. Ma ci sono due problemi: il primo è l’intervallo, che permette agli adorabili frugoletti di lasciare in massa i loro posti e trasformare la sala in una palestra dove correre incuranti delle persone e dei gradini, pensati apposta per farli inciampare (con contorno di pianti). Ma il vero guaio sono i pop corn, che vengono venduti in tre formati: il piccolo, che a un adulto basta per tre film; il medio, delle dimensioni di una bombola di kerosene; il grande, che può contenere direttamente anche il bambino. Guardandomi attorno, ho notato che i primi due formati sono inutili: tutti pretendono quello gigante. Quindi ho comprato tre pop corn “grandi” e la sequenza per tutto il film è stata: pop corn in bocca e pulitura delle ditine unte sul maglione, altro pop corn in bocca e altra pulitura, e via così. Ovvio che tornati a casa non avessero fame e i vestiti fossero da lavare. Perciò i loro genitori se la sono presa con me. Ma i bambini erano così felici che dei rimproveri dei grandi non me n’è importato un... corn.