TV Sorrisi e Canzoni

Bruno Vespa

Racconta di vini, libri, tv, Natale e… famiglia .........................

- di Stefania Zizzari (ride).

Y «es, at eight o’ clock please. Thank you». Per un istante Bruno Vespa si allontana dal telefono. Poi riprende: «Mi scusi, sono a Mosca a presentare i miei vini...».

E piacciono ai russi?

«Eccome. Soprattutt­o quello che porta il mio nome “Bruno”. È il più economico».

Perché ha scelto di dare il suo nome proprio al più economico?

«Perché sono un personaggi­o nazional-popolare. È il quinto vino più richiesto nelle enoteche del maggiore importator­e. Ma non solo in Russia: esportiamo in 22 Paesi in tutto il mondo».

Da quando è produttore di vini?

«La “Vespa vignaioli” è nata circa 10 anni fa, ma ho sempre avuto grande interesse per il vino. Poi quando è stato possibile ho acquistato in Puglia una piccola masseria, che mia moglie ha ristruttur­ato con amore. Sono 31 ettari di terreno dove produciamo il Primitivo, il Fiano e il Negroamaro (www.masseriali­reni.com, ndr)».

Quale le piace di più? «È come chiedere quale figlio preferisci».

Bene, allora passiamo

all’altra sua creatura, quella televisiva.

«Le anticipo che “Porta a porta” avrà agli inizi di gennaio uno speciale in prima serata con i ragazzi de “Il Volo” che verranno a celebrare dallo “zio Bruno” i dieci anni di carriera».

Il programma è nato nel 1996. Se si volta indietro, qual è il momento che ricorderà per sempre?

«L’annuncio della morte di papa Giovanni Paolo II (avvenuta il 2 aprile 2005, ndr)».

E una puntata di cui va particolar­mente fiero?

«Nel dolore, quella del 6 aprile del 2009 sul terremoto dell’Aquila. La diretta dall’elicottero resta una delle cose più forti».

E quella volta in cui si è trovato in difficoltà?

«Ricordo le polemiche che suscitò l’intervista al figlio di Riina, Salvo. Intervista che rifarei esattament­e negli stessi termini, perché si capì per la prima volta quale impunità ebbe Riina andando a visitare in ospedale la moglie che aveva appena partorito, o andando in vacanza con i figli. Totò Riina stava sotto l’ombrellone con la sua famiglia. E tutto ciò si è capito soltanto con quella testimonia­nza».

È quasi Natale: la tradizione alla quale non rinuncia?

«Sicurament­e alla cena del 24 e al pranzo del 25 con la famiglia al completo». Cosa porterete in tavola? «Il cenone della Vigilia sarà a base di pesce, con un assaggio di capitone, che ormai è desueto ma per me è una tradizione irrinuncia­bile. E si chiuderà sempre con il torrone al cioccolato dell’Aquila. Nel pranzo di Natale invece non può mancare il brodo con il cappone».

Fa l’albero e il presepe? «Sì, ci tengo parecchio, soprattutt­o al presepe. Da anni ne ho uno molto bello fatto da una scultrice sici

liana. È sobrio, senza “effetti speciali”, ma le statuine sono meraviglio­se. Mio padre era bravissimo a fare il presepe. Peccato che io non abbia la sua stessa manualità. Infatti non lo aiutavo per non fare danni... Lui ogni anno si dedicava alla preparazio­ne con cura. La neve con i fiocchi di ovatta, l’acqua per la cascatina, il brecciolin­o per le stradine, e poi il muschio... Sento ancora quel profumo nel naso».

Il regalo che ha amato di più da bambino?

«Mi piacevano i film western e vestirmi da Tex Willer: quando arrivavano il cappello, la cartuccier­a, il fucile e la camicia da cowboy ero un bambino felice».

E quello che vorrebbe ricevere quest’anno?

«In realtà più che riceverli, io adoro farli i regali. Li scelgo tutti personalme­nte con grande cura, mi ci vuole un sacco di tempo e parto con largo anticipo».

È già a buon punto allora?

«Li ho già impacchett­ati quasi tutti». ■

 ??  ?? EFFETTI SPECIALI Bruno Vespa in studio con l’“ospite” Benito Mussolini, di cui parla nel suo ultimo libro (nel box a destra).
BRUNO VESPA (75)
EFFETTI SPECIALI Bruno Vespa in studio con l’“ospite” Benito Mussolini, di cui parla nel suo ultimo libro (nel box a destra). BRUNO VESPA (75)

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