Il nostro Papa
In un film la vita di Bergoglio prima di diventare Francesco...
Martedì 17 dicembre papa Francesco compirà 83 anni. Proprio in occasione di questo compleanno, il 15, 16 e 17 dicembre sarà proiettato in 400 cinema “Il nostro Papa”, un docufilm che racconta gli anni della giovinezza di Francesco. Perché parliamo di docufilm e non di film? Perché “Il nostro Papa” (tratto dall’omonima biografia del Pontefice scritta nel 2014 da Tiziana Lupi, che ha condiviso la regia con Marco Spagnoli) è un racconto ben poco “tradizionale”.
Nel film vediamo un attore, che si chiama Iago, che dovrà interpretare Bergoglio prima di essere eletto pontefice. Iago decide di studiare il personaggio con lo scrupolo di un investigatore. Così va prima a Genova, da dove i nonni del futuro papa nel 1928 salparono per Buenos Aires, poi va a Roma e infine vola in Argentina dove inizierà la lavorazione del film. Nel lungo viaggio, però, Iago visita i luoghi dove Bergoglio ha vissuto davvero e incontra persone (per esempio la stessa Tiziana Lupi) che lo hanno conosciuto o ne seguono l’attività. Insomma, è proprio un film con contenuti da documentario.
E infatti anche Iago non è un personaggio di fantasia, ma è Iago García, quarantenne attore spagnolo che abbiamo visto recitare in due popolari soap come “Il segreto” e “Una vita” e vincere l’edizione 2016 di “Ballando con le stelle”. «Io papa Francesco non l’ho mai visto di persona» spiega García, «ma l’ho studiato tantissimo. Insomma, ho fatto quel che fa il mio personaggio!». García non è credente, ma la figura di Bergoglio lo ha conquistato. «Prima del film lo rispettavo. Adesso lo rispetto ancora di più, perché ho capito che è sempre stato coerente. Ha portato davvero nella sua vita quotidiana i principi della sua fede, a partire dalla scelta di vivere “in povertà”: a Buenos Aires tutti lo ricordano come l’arcivescovo che girava sui mezzi pubblici o a piedi» spiega l’attore.
Al primo sguardo García non ricorda tanto il giovane Bergoglio, ma per lui non è un cruccio. È un punto di forza, anzi. «La sfida non è quella di essere simile al personaggio nel fisico, ma nella sua energia!» dice. I due registi concordano: «Anche a noi non interessava trovare un “imitatore”. Cercavamo una voce particolare e dolcissima. E Iago ce l’ha. Grazie al suo accento spagnolo, parla un italiano che è miele». Nel film non vedremo García indossare la talare bianca del Papa e per lui è meglio: «Ho capito che era la parte per me quando mi hanno detto di immaginarmi un film come “Batman begins”. Lì si racconta la storia di Batman prima che diventi il supereroe. Qui avremo a che fare con Bergoglio prima che diventi sacerdote, vescovo e Papa. E io non avrei interpretato Bergoglio, ma un attore come me che deve impersonarlo. Insomma è un film nel film, il cinema nel cinema, la finzione che entra nella realtà: non c’è di meglio!». ■