TV Sorrisi e Canzoni

LUCIANINA D’ORO

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Ho 54 anni e seguo lo Zecchino d’Oro con la stessa passione di quando ero bambina. Lo considero un contenitor­e di allegria, speranza, solidariet­à, amicizia e buon gusto. Così è stato anche quest’anno, nelle puntate cosi ben condotte da Antonella Clerici. Fino alla puntata finale del 7 dicembre, dove Luciana Littizzett­o ha messo il suo zampino di volgarità che per una volta poteva evitare. Può essere che io esageri, ma in lei c’è stata anche una lieve sfumatura di bullismo quando ha ironizzato sul vestito di un piccolo cantante che non so quanto abbia compreso e apprezzato lo scherzo. Sono un’insegnante e ai miei alunni cerco di far capire quanto sia importante rispettare sempre gli altri anche nelle più piccole cose. Luciana, che ritengo una persona intelligen­te, utilizza sempre la derisione del prossimo per far ridere e allo Zecchino è stata davvero fuori luogo.

Anna, Milano

Invitando Luciana Littizzett­o si sa a che cosa si va incontro, nel bene (si ride) e anche un po’ nel meno bene (tutti sono potenziali bersagli delle sue battute). Può darsi che lo Zecchino, vista la presenza di tanti bambini, non fosse il programma ideale per la comica, ma escludo che tra le sue intenzioni ci fosse quella di “bullizzare” qualcuno. Non è da lei, magari lo ha fatto senza accorgerse­ne (il che non la giustifica del tutto), trascinata dall’abitudine a satireggia­re sui nostri tic. Ma io, gentile Anna, capisco il suo punto di vista perché da bambino venivo spesso preso in giro e la cosa mi metteva a disagio. E non ero nemmeno in diretta tv.

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