Dice addio all’amatissima mamma Iolanda .................
Il 10 dicembre si è spenta a 96 anni a Cellino San Marco la signora Carrisi, Donna Iolanda. Sorrisi la ricorda qui con grande affetto
Era una signora molto spiritosa, brava a cucinare e affettuosa con i figli, le nuore, i nipoti e i pronipoti. Una pugliese genuina, che teneva unita la famiglia Carrisi. Donna Iolanda Ottino, mamma di Al Bano, si è spenta all’età di 96 anni nella sua casa di Cellino San Marco. Ai suoi funerali, celebrati l’11 dicembre nella chiesa madre della piazza del paese in provincia di Brindisi, hanno partecipato tutti i suoi concittadini per regalarle l’ultimo saluto.
Al Bano considerava la mamma la colonna portante della sua vita, l’adorava. Le aveva dedicato un libro intitolato “Madre mia, l’origine del mio mondo” e un documentario trasmesso su Rete 4 l’anno scorso: “Madre mia”. Noi di Sorrisi avevamo incontrato per l’ultima volta la signora Carrisi proprio in quella occasione e lei era emozionata come una bambina alla Vigilia di Natale. Aveva la messa in piega fresca di parrucchiere, la tinta appena fatta. «L’unico suo vezzo in una vita di sacrifici» ci aveva confidato Al Bano. Piccolina di statura, indossava scarpe comode e un maglioncino rosso, che era il suo colore preferito. Ci aveva accolto con il calore e la generosità tipica del Sud, preparando per pranzo carne alla brace e piselli in tegame da leccarsi i baffi. In tavola aveva portato anche frutta freschissima, comprese le nespole di cui Al Bano è ghiotto. E c’era pure il dolce: «I regali più belli di mio figlio sono le torte» spiegava sorridendo la signora, mostrandoci sul telefonino l’ultimo arrivato in famiglia, il piccolo Kay (ovvero “Oceano” in hawaiano), il bambino di Cristèl, che ora vive a Zagabria con il marito, un imprenditore croato. Da bisnonna, non vedeva l’ora di conoscerlo di persona e cantargli lei una ninna nanna: “Felicità” le sembrava la canzone più adatta, anche se il brano del cuore, considerato tutto il repertorio del figlio, per lei restava sempre “Nel sole”, grande successo del 1967.
Presa per mano da Al Bano e seguita passo dopo passo dal suo barboncino bianco di
nome Disco, Donna Iolanda quella volta ci accompagnò alla scoperta del suo regno: la cucina al piano terra, quella con le mattonelle bianche e verdi, dove lei appendeva con cura le foto di famiglia. A noi concesse un rarissimo strappo alla sua regola di non commentare i gossip: ci raccontò che Romina Power la chiamava “Iolanda”, mentre Loredana Lecciso la chiamava “signora Carrisi”. Discutendo insieme di pregi e difetti del genere femminile ebbe una battuta fulminante: «Ci sono donne e ci sono donnole».
Ma poi il pensiero tornava sempre ad Al Bano, e Donna Iolanda continuava a indicarci tanti ritratti del figlio, decine e decine di scatti ai concerti, con premi e trofei. I talk show e i telegiornali sono entrati spesso in questo “santuario”, come lo chiamava lei, perché in fondo Donna Iolanda era un po’ la nonna di tutti noi. Ci ha tenuto a ribadirlo il nipote Yari, figlio di Al Bano e Romina,
che nel suo profilo Instagram ha scritto un ringraziamento molto sentito: «Grazie nonna, sei stata una donna fenomenale. Ci facevi da genitore quando i miei viaggiavano e noi andavamo a scuola, ti sei sempre presa cura di tutti, hai vissuto per la gente che amavi. E così facendo sei diventata la nonna adottiva di tutta Italia».
Nella tenuta di Al Bano a Cellino Donna Iolanda aveva tutto ciò di cui aveva bisogno. L’aria buona, i pony nella stalla, i pesci nel laghetto, le bouganville viola, i cespugli di salvia ed erba citrina, le vigne. Persino due piccoli lussi, per una credente dall’animo puro come lei: una chiesetta e una cappella privata.
E pensare che all’inizio non ci voleva abitare! «Da ragazza facevo la sarta, poi mi sposai e qui “ci rimasi”» ci aveva confidato, memore delle sue umili origini contadine. Lei avrebbe preferito rimanere in paese: due stanze e un pozzo fuori, da cui prendeva l’acqua per lavare i panni e i piatti. Fedele come cristiana e fedele come moglie, Donna Iolanda ha amato un solo uomo: Don Carmelo, che era stato prigioniero durante la Seconda guerra mondiale. «Quando seppe che mamma era incinta, fu lui a chiederle di chiamarmi Albano (Al Bano, scritto staccato,
è il nome d’arte, ndr) perché aveva combattuto in Albania» ricorda sempre il cantante. Don Carmelo si è spento nel 2005, ora Iolanda lo ritroverà in cielo. E si ameranno ancora. ■