I libri, i “nomi” di Caffarelli e la tv secondo Costanzo .....
Nel nostro secolo è sparita l’abitudine di chiamare un bambino Natale o Natalino. Le Natalina (lo conferma l’Istat) si contano in poco più di 80. Nel ’900 era diverso: 46 mila Natale, 11 mila Natalino, 50 mila Natalina, 12 mila Natalia, 3.500 Natala. Stabili, ovviamente, i cognomi che da quei nomi derivano: Natale e Natali, Natalello ad Agrigento e Natalè a Palermo, Natalicchi a Perugia e Natalicchio a Bari, Natalini e Natalino, rispettivamente, nel CentroNord e nel Sud. I signori Natalizi sono umbri, le famiglie Natalucci, Natalizia e Natalizio laziali. Qualche volta non sono riconoscibili a prima vista: anche i veneti e i friulani Nale, Nali, Nadal, Nadalet, Nadalin, Nadalutti, l’emiliano Nadalini e il lombardo Nadaletto vogliono infatti dire Natale. Ma i cognomi per le feste non finiscono qui. In Calabria, Sicilia e Abruzzo è diffuso Santostefano. Ai trovatelli napoletani che nascevano il primo giorno dell’anno veniva talora dato il cognome Capodanno; stesso significato per i lombardi Capoani e i romani Capoano. E per iniziare bene il 2020, ecco i frequenti Buonanno e Bonanno, da nomi medievali che significavano “è un buon anno questo in cui sei nato”. L’Epifania tutte le feste porta via. E il cognome, sia che rappresenti il femminile di Epifànio, sia che abbia avuto origine dalla ricorrenza cristiana, s’incontra in Basilicata, Puglia e Sicilia. A Palermo, poi, c’è qualche signor Befana.