I libri, i “nomi” di Caffarelli e la tv secondo Maurizio Costanzo
Con“Samarcanda”, talk show politico e di cronaca condotto da Michele Santoro su Raitre dall’88 al ‘92, ho un rapporto particolare, direi personale. Infatti fu proprio il gemellaggio fra “Samarcanda” e il “Maurizio Costanzo Show” a far sì che nel ’91, mi par bene il 26 settembre, realizzassimo il primo di una serie di speciali sulla mafia, in quel caso ricordando Libero Grassi, l’imprenditore siciliano ucciso per non aver pagato il pizzo. Da quel momento “Samarcanda” diventò la trasmissione parente stretta del “Maurizio Costanzo Show”. Anche se c’è stato prima un altro conduttore (Gianni Mantovani nell’87), per me “Samarcanda” è sinonimo di Michele Santoro, un giornalista e un amico che stimo e a cui voglio bene. Al programma collaboravano anche Maurizio Mannoni e Mariolina Sattanino, in coconduzione e, in redazione, tra gli altri, Sandro Ruotolo e Riccardo Iacona, giornalisti di qualità. All’apice del successo, nella stagione televisiva 1991/92, “Samarcanda” arrivò ad avere uno share del 19,85 per cento con 4,7 milioni di spettatori. Quindi un vero grande successo. Ma approfitto di questa rubrica per rivolgermi adesso direttamente a Michele Santoro: «Caro Michele, ti considero da sempre uno dei più bravi giornalisti televisivi italiani. Mi sono sempre piaciute le tue trasmissioni e anche le prese di posizione. Mi dispiace che, da qualche anno, immagino per tua volontà, ti sia messo in una sorta di pensionamento. Non so come dire: ma c’è bisogno di programmi come i tuoi e della tua presenza in tv per uscire da questi talk show solo e soltanto politici. Tu ci hai fatto vedere che si poteva fare, in tv, la cronaca e anche cronaca importante. Tu ci hai fatto vedere che era possibile affrontare temi di stretta e calda attualità. Se puoi, facci una riflessione».