Dove nascono gli euro
Mentre Gerry Scotti fa vincere ricchi montepremi ai concorrenti di Chi vuol essere milionario? vi sveliamo segreti e curiosità sul denaro
Segreti e curiosità di monete e banconote
Un gruppo di rapinatori si barrica all’interno della Zecca di Stato di Madrid e inizia a stampare milioni di euro per compiere il furto più grande della Storia. È questa l’idea alla base di “La casa di carta”, la serie spagnola di Netflix che è diventata un fenomeno per tutti gli appassionati della tv via streaming. Ma come avviene davvero la produzione delle banconote?
Chi realizza le banconote e le monete in Italia?
Dal 1° gennaio 2002, così come avveniva prima per la lira, è sempre la Banca d’Italia a occuparsi della fabbricazione degli euro cartacei, seguendo le indicazioni della Banca centrale europea. Le monete, invece, sono gestite dalle singole nazioni: ci sono aspetti comuni, come materiali e dimensioni, ma poi vengono personalizzate. In Italia sono coniate dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato.
Dove sono stampate le banconote in Italia?
In via Tuscolana a Roma, al numero civico 417, c’è un moderno complesso industriale: si tratta dello Stabilimento del servizio banconote. È proprio qui che si trovano le macchine tipografiche della Banca d’Italia.
Chi decide quanti euro si possono stampare?
Anche se a molti di noi l’idea potrebbe piacere, non si può stampare denaro all’infinito: comporterebbe una diminuzione del valore della valuta. Così a ciascun stampatore europeo viene assegnata annualmente una quota fissa di banconote.
Come viene fatta una banconota?
Si parte con la stampa vera e propria, dalla carta filigranata ai fogli stampati e numerati (che vengono contati tutti i giorni con sistemi automatici per evitare sparizioni). Quindi si passa alle attività di taglio e confezionamento in scatole che contengono fino a 10 mila banconote. Queste vengono poi messe in una stanza “cassaforte”. Il processo completo richiede oltre 40 giorni e coinvolge circa 250 persone.
Quante banconote sono prodotte in Italia?
La stamperia della Banca d’Italia può produrre circa 2,7 milioni di banconote al giorno, che se distese, potrebbero coprire sette campi da calcio.
Ci possono degli essere errori tipografici?
Per evitare stampe errate sono previsti una serie di test da eseguire in ogni fase della lavorazione. Inoltre è stato adottato un sistema di certificazioni che garantisce che stabilimenti di produzione diversi realizzino banconote identiche.
La Banca d’Italia stampa solo per il nostro Paese?
Nient’affatto, siamo “europei” anche in questo. Agli stampatori sono affidati ogni anno solo alcuni tagli: da uno a tre. Inoltre non vengono prodotti solo per la propria nazione, ma anche per altre. Per esempio, alcuni lotti di banconote da 20 euro sono realizzati in Italia, mentre altri in Francia.
Quante valute ha avuto lo Stato italiano?
Sono due. La prima è la “lira italiana”. La sua nascita coincise con l’Unità d’Italia del 1861. Dopodiché rimase in vigore fino al 2002. Ossia quando anche noi abbiamo iniziato a utilizzare gli euro (la nostra “seconda” valuta). La prima serie degli euro (2002-2013) fu disegnata dall’austriaco Robert Kalina (nella foto a destra). I suoi schizzi furono selezionati fra 44 bozze preparatorie nell’ambito di un concorso europeo. La seconda serie degli euro, in vigore dal 2013, porta invece la firma del grafico tedesco Reinhold Gerstetter.
Se ho ancora delle lire in casa che cosa faccio?
Purtroppo oggi non potete fare nulla. L’ultima data utile per chiedere la conversione delle lire in euro era il 28 febbraio del 2012.
Che caratteristiche devono avere gli euro?
Anche avendo a disposizione lo scanner più evoluto del mondo, non potreste mai riprodurre una banconota! Infatti ci sono dei dettagli meno evidenti dei colori e delle dimensioni. Per esempio ci sono piccole parti in rilievo, sezioni in filigrana digitale e persino disegni con inchiostri magnetici.
Di che materiale sono banconote e monete?
Oggi i biglietti sono composti al 100% di puro cotone. Le monete, invece, sono in leghe e metalli. Acciaio placcato rame quelle da 1, 2 e 5 centesimi. Rame, alluminio, zinco e stagno quelle da 10, 20 e 50 centesimi. Rame, zinco e nichel quelle da 1 e 2 euro.
Come entrano nei nostri portafogli?
Una volta concluso il ciclo di produzione, i soldi vengono inviati a bordo di furgoni portavalori dalla Banca d’Italia alle sue filiali. Queste, a loro volta, riforniscono le banche e Poste Italiane, che consegnano poi i biglietti al pubblico mediante gli sportelli.
È un reato buttare via le banconote?
Il danneggiamento volontario non è punito dalla legge. Al contrario dell’alterazione (come l’aggiunta di uno zero al valore della banconota). Secondo l’articolo 454 del Codice penale, questa è punibile con una pena da uno a cinque anni di prigione.
Quando sono nate le banconote?
Bisogna tornare al IX secolo, quando l’imperatore cinese Hien Tsung decise di sostituire come merce di scambio i metalli preziosi appunto con la carta. La prima banconota in Italia fu emessa nel 1746 dalle Regie Finanze di Torino. ■