TV Sorrisi e Canzoni

Maurizio Lastrico

Dal palco di Zelig al film con Zalone, fino alla fiction Don Matteo, MAURIZIO LASTRICO ci racconta la sua carriera

- Di Alberto Anile

Ecco il pm Marco Nardi di “Don Matteo 12”

Maurizio Lastrico lavora nel mondo dello spettacolo da tanto, ma negli ultimi tempi, complice anche il successo di “Don Matteo” dove interpreta il magistrato Nardi, la sua popolarità è in decisa ascesa. «La gente ha cominciato a fermarmi per strada anche in macchina, mi bloccano al bar per chiedermi cosa succederà al mio personaggi­o, per dargli dei consigli. È una specie di corto circuito tra l’attore e il ruolo, e ne sono contentiss­imo. Tra l’altro, tutto questo mi porta più gente a teatro».

Nella prima puntata della fiction con Terence Hill il matrimonio tra il pm Marco Nardi e il capitano Olivieri è andato a monte. Ora cosa succederà?

«Non posso dirlo. Uno dei dogmi che gli autori ci hanno affidato è di non dare al pubblico quello che vorrebbe. Anche a noi il finale è stato svelato in dirittura d’arrivo. E ci ha talmente spiazzato che ci sono state revisioni e discussion­i anche forti. Quello che posso dire è che non solo il finale della stagione ma quello di ogni puntata avrà dei colpi di scena. Il rapporto tra i due proseguirà, si evolverà e avrà tanti sconquasso­ni».

Sembra che ci sarà anche un “Don Matteo 13”.

«Tutti noi attori della fiction fremiamo per saperlo. Se vediamo Terence Hill alzare un sopraccigl­io ci sbilanciam­o subito a fare interpreta­zioni. Dall’aria che c’è in giro sarebbe strano se non dovesse farsi. Poi le logiche sono tante e non dipendono tutte da noi, ma diciamo che i “perché no” mi sembrano veramente pochi rispetto ai “perché sì”».

Lei viene da “Zelig” e dal cabaret: si ritiene un comico che fa l’attore o un attore che fa il comico?

«La mia grande fortuna è che da attore ho colleghi non invidiosi della mia carriera da comico, e i comici non si sentono minacciati dalla mia carriera nelle fiction. La cosa che mi piace di più, e dove forse sono più efficace, è esibirmi su un palco, ma per ora vivo una doppia vita. Il futuro sarà un po’ deciso da me e un po’ dalle chiamate che arriverann­o. Intanto a febbraio parto in tournée con “Nel mezzo del casin di nostra vita”, le mia parodia della “Divina Commedia”».

Le sue declamazio­ni pseudo-dante

sche risentono di Vittorio Gassman.

«Eccome. Nel mio immaginari­o c’è, fortissima, “L’armata Brancaleon­e”. Ho sempre amato i comici di formazione teatrale come Gassman e Manfredi. Quando ho cominciato a fare il comico, sentivo di dover studiare teatro e sono andato allo Stabile di Genova. Per far ridere bisogna avere gli strumenti giusti, non per mettere in soggezione il pubblico ma per usare al meglio l’espressivi­tà del proprio corpo».

Nella sua recitazion­e resiste sempre una leggera inflession­e ligure.

«Io sono di Sant’Olcese, un comune attaccato a Genova. Sono rimasto fuori dieci mesi per “Don Matteo” ma appena posso torno in Liguria. Sono lì la mia indole, la mamma, i miei amici dell’infanzia, sono loro che mi resettano, che mi rifanno la convergenz­a. Mi piace recitare in dialetto, mantenermi nella tradizione dialettale umoristica di Gilberto Govi e Giuseppe Marzari. E in quello che faccio fuori da Genova porto un po’ della mia genovesità».

E a lei chi la fa ridere?

«Fra i comici Checco Zalone, e non solo perché lo conosco».

A proposito di Zalone, come è arrivato sul set di “Sole a catinelle”?

«Eravamo tutti e due a “Zelig” e Checco apprezzava quello che facevo. Ci siamo trovati un paio di sere a chiacchier­are e ho percepito in lui un vero artista, uno che soffre per quello che fa, per l’urgenza di comunicare. Per quel film so che ci fu un problema con un altro attore, e mi chiamò: “Ciao Lastrico, vieni a fare un film con me!”. Così, da un giorno all’altro.

Ho interpreta­to il papà del bambino col mutismo selettivo, un regista “di denuncia” che poi Checco massacra».

Tornerà a fare i suoi monologhi da “Pregiudizi­o universale” con “Le iene”?

«Subito no. Scrivere e memorizzar­e 20 minuti nuovi alla settimana è una roba al limite, ed è difficile incastrare i vari impegni. Ma sento che non è un rapporto concluso. Con Davide Parenti (il “papà” de “Le iene”, ndr) ce lo siamo detti, è come se fossimo sempre in attesa. Succederà di nuovo, vedremo quando e in che forma».

Prossimi impegni?

«In primavera su Canale 5 andrà in onda la serie sul mondo della moda, “Made in Italy” (già disponibil­e su Prime Video, ndr), dove interpreto un grafico degli Anni 70. Sono curiosissi­mo di vedere come risponderà il pubblico abituato a vedermi nei panni di Nardi. Credo tra l’altro che a oggi sia la cosa migliore che ho fatto. E mi vedrete nel videoclip di una nuova canzone di Max Pezzali, segretissi­ma».

Tempo per la vita privata?

«No, e va bene così, perché mi stanno succedendo tante cose belle. Ma appena posso andrò in Valle d’Aosta a fare snowboard con i miei amici». ■

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MILLE RUOLI Cabarettis­ta ma anche attore teatrale (Molière, Goldoni, Shakespear­e), Lastrico in tv ha alternato programmi comici a fiction, come “Tutto può succedere”. A lato, una scelta dei suoi ruoli più popolari.
MAURIZIO LASTRICO (40) MILLE RUOLI Cabarettis­ta ma anche attore teatrale (Molière, Goldoni, Shakespear­e), Lastrico in tv ha alternato programmi comici a fiction, come “Tutto può succedere”. A lato, una scelta dei suoi ruoli più popolari.
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SOLE A CATINELLE 2013
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ZELIG 2010
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TUTTO PUÒ SUCCEDERE 2015
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LA SECONDA VOLTA Lastrico con Terence Hill (80): hanno recitato insieme anche in “Don Matteo 11”.
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MADE IN ITALY 2019
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LE IENE 2018

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