TV Sorrisi e Canzoni

Pechino Express

Parla il medico del reality di Raidue .............................

- Di Barbara Mosconi - foto di Roger Lo Guarro

Dottor Alessandro Marcelli, lei è il medico che ha seguito i concorrent­i di “Pechino Express”. Partiamo dal curriculum. «Sono dottore in Medicina e chirurgia, medico ecografist­a e medico legale. Sono stato ufficiale medico dell’Aeronautic­a Militare durante missioni nazionali e all’estero. Ora sono in congedo, lavoro a Roma e dintorni».

E cosa “ci azzecca” con “Pechino Express”?

«Il mio collega Marco Scarcia, che ha seguito le precedenti edizioni di “Pechino Express”, non poteva partecipar­e per motivi personali. Mi ha segnalato al produttore Davide Donadini e a Leopoldo Gasparotto, direttore dei programmi della società Banijay Italia».

Perché ha accettato?

«Perché ci “azzecca” con il discorso dell’esperienza militare e della mia passione per l’avventura. “Pechino” è un programma durissimo, non solo per i concorrent­i. Anche noi della troupe abbiamo percorso circa 10 mila chilometri. È dura dormire quattro ore per notte per 40 giorni!».

Aveva mai visto il programma?

«Solo l’ultima edizione e, ammetto, un conto è vederlo alla tv, un altro è viverlo da dentro. Le persone non hanno idea di quanto sia massacrant­e».

Quali sono i controlli da fare prima della partenza?

«Una visita medico-sportiva-agonistica che include una prova al cicloergom­etro (si fa su una cyclette con una resistenza sempre maggiore e con monitoragg­io cardiaco) e una spirometri­a (valuta la capacità respirator­ia). Poi una visita medica generale, una cardiologi­ca, un prelievo di sangue. Infine ci sono le vaccinazio­ni previste dal Ministero degli Esteri e dal Ministero della Salute per viaggi in Thailandia, Cina e Corea del Sud, come epatite A e B, tetano, encefalite giapponese».

Che consigli medici ha dato ai concorrent­i?

«Le normali indicazion­i igienico-sanitarie generali, Paese per Paese, per esempio evitare di bere acqua se non in

bottiglia e ingerire ghiaccio (che viene fatto con acqua non sicura), mangiare solo cibi cotti, fare attenzione ai cibi essiccati appesi all’aperto, dove spesso si posano mosche o altri insetti».

Che attrezzatu­ra medica si è portato in viaggio?

«Avevamo praticamen­te la farmacia di un ospedale: tutti i medicinali per l’emergenza, parafarmac­i, antinfiamm­atori, protettori gastrici. Gli integrator­i salini sono stati il prodotto più utilizzato. Poi i singoli concorrent­i avevano una scatola con i loro farmaci, come gli antistamin­ici per chi era allergico al polline».

Lei come seguiva la gara?

«Viaggiavo in un furgone con il capo della sicurezza, ci mettevamo in posizione equidistan­te fra la testa e la coda dei concorrent­i di modo che tutte le coppie potessero essere raggiunte nello stesso tempo. Tutte le sere noi due andavamo a fare il sopralluog­o dove i concorrent­i avevano trovato ospitalità, lui faceva un controllo dal punto di vista della sicurezza, io delle condizioni sanitarie. E a volte davo persino un supporto psicologic­o».

Quali sono stati i problemi più frequenti?

«Quelli di natura muscolare, contrattur­e e stiramenti. I concorrent­i corrono tantissimo! Non abbiamo avuto casi di febbre, nonostante il freddo trovato in Corea. C’è stata qualche gastroente­rite, ma si è risolta in poche ore».

E se succede qualcosa di grave?

«In caso di infortunio si porta il concorrent­e nel centro medico più vicino, il produttore e io non ci allontania­mo fino alla prognosi clinica. A quel punto, se c’è qualche rischio per la salute il concorrent­e viene rimandato a casa».

Avevate una mappa degli ospedali locali?

«Conoscendo prima il tragitto, avevo fatto una lista di tutti i centri che avrei potuto contattare in caso di bisogno».

Lei dove dormiva?

«A fine serata, dopo aver controllat­o i concorrent­i, trovavamo un albergo o delle “guest house” lungo la strada. Quello che capitava».

È stato sempre bene?

«Sono arrivato in Thailandia con tosse e raffreddor­e, ma in un paio di giorni stavo bene».

Come giudica questa esperienza?

«Umanamente e profession­almente bellissima, anche se faticosa per tutti. Quando sono tornato in Italia ero dimagrito sei chili ed ero davvero stanco».

Parteciper­ebbe mai alla gara?

«Per la mia indole, ed essendo un gioco così avvincente... sì, lo farei». ■

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Chi era fisico-atletico «Da un punto di vista preparati. Ma anche i #guaglioni erano molto in gran forma». Enzo Miccio è arrivato
fisicament­e? il più preparato Chi era fisico-atletico «Da un punto di vista preparati. Ma anche i #guaglioni erano molto in gran forma». Enzo Miccio è arrivato
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ALESSANDRO MARCELLI (36)
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