Come era rivoluzionaria L’altra domenica
In un ipotetico elenco delle trasmissioni che hanno segnato la storia della tv italiana, e del varietà in particolare, “L’altra domenica”meriterebbe sicuramente un posto. Quattro edizioni, in onda su Raidue dal 28 marzo 1976 al 27 maggio 1979 la domenica pomeriggio, ideate e condotte da Renzo Arbore (che solo nella prima venne affiancato da Maurizio Barendson, un bravissimo giornalista sportivo). E se non ricordo male fu anche una delle prime trasmissioni Rai a colori. L’ideatore, con Arbore e Barendson, fu Ugo Porcelli che da quel momento è stato sempre coautore e produttore di Renzo. Entrambi venivano, se la memoria non mi tradisce, da una collaborazione radiofonica, ma, certamente da quel momento furono inseparabili. Sono tantissimi i protagonisti di “L’altra domenica”: da Roberto Benigni, che si proponeva come critico cinematografico, a Mario Marenco, che faceva un finto giornalista televisivo. E poi, ancora, Andy Luotto, Fabrizio Zampa, Giorgio Bracardi, Fiorella Gentile, Milly Carlucci, Silvia Annichiarico, le Sorelle Bandiera, Isabella Rossellini da New York, Gianni Minà e tanti altri ancora.
ha condotto “L’altra domenica” per quattro edizioni, dal 1976 al 1979.
Personalmente lo ritengo uno dei programmi più innovativi e divertenti. La televisione di quei tempi era molto “ben educata”, si potrebbe dire “sempre vestita di grigio”. Arbore, con l’esperienza del radiofonico “Alto gradimento”, nato con Gianni Boncompagni, portò in televisione lo stesso clima spensierato, divertente, piacevolissimo. Non dimentichiamo che la concorrenza era con Raiuno, dove c’era “Domenica in” condotta da Corrado. Si trattava di un confronto fra chi si rivolgeva al pubblico televisivo più tradizionale e chi invece strizzava l’occhio a una platea più giovane e desiderosa di cambiamenti. Si aspettava “L’altra domenica” per scoprire che cosa si sarebbero inventati e lo dico perché io collaboravo sì con Raiuno ma la domenica la “tradivo” guardando Arbore.