PAOLO BONOLIS
tutto intendo da “Apocalypse Now” a “Il silenzio dei prosciutti”».
QUEEN
«Ascoltavo moltissimo i Queen quando facevo “Bim Bum Bam”. Incontrai Freddie Mercury, il mio mito, a 25 anni a una cena a Londra. Iniziammo a chiacchierare. Dopo un po’ capii che avrebbe voluto che ci appartassimo… Io misi subito le cose in chiaro: “Freddie, adoro la sua musica, la trovo fantastico. Ma davvero: non è robba pe’ me”».
ROMA
«Sono romano fin dentro il midollo. Soprattutto per quello che riguarda il disincanto. Il romano “se la cava” sfuggendo, tendendo a defilarsi. E infatti a Roma c’è un concetto che fondamentalmente è salvifico per quasi tutte le situazioni, una piccola frase molto usata e apprezzata dai suoi abitanti, che è “’sti ca…”».
SOLDI
«Non me ne frega niente della macchina, della barca, dei gioielli, degli orologi. Spendo molto in vacanze».
TELEVISIONE
«L’originalità, in televisione come nella vita, non risiede tanto in ciò che si fa, ma piuttosto in come lo si realizza»; «Il presentatore Bonolis che vedete in televisione, quello “caciarone”, è una maschera. Ma è l’unica che ho e che mi corrisponde alla perfezione. Se non lavorassi in tv, non sarei in grado di esprimere questo lato gioioso e burlone del mio carattere».
ULTIMI
«Amo chi sa sorridere nonostante tutto, amo la caparbietà di chi affronta la fatica di ogni giorno sapendo anche riderne. Le mie trasmissioni sono per questi ultimi. Un piccolo sostegno a chi vorrebbe essere sereno e talvolta non ce la fa».
VERNACOLO
«Io mi diverto a giocare con le parole. Mi piace parlare semplice, usare il vernacolo, ma è ancor più divertente quando c’è il contrasto con parole complesse. Esempio: “Namo affà
’n rito apotropaico”».
ZANZARE
«Evitatemi gli iPhone, l’ipocrisia, il rumore, il freddo, l’aria condizionata, la Pepsi, il whisky e un funerale triste. Odio totale: le zanzare». ■