L’operazione nostalgia di Anima mia
Questa settimana mi piace parlare di “Anima mia”, un programma televisivo di Raidue, nato nel 1997. Lo idearono Fabio Fazio e Claudio Baglioni, che lo condussero con Sabina Ciuffini, Natalia Estrada e Orietta Berti. Furono soltanto sei puntate in onda su Raidue. Ricordo “Anima mia” anche perché andai ospite e, detto a posteriori, c’era l’embrione dei programmi che poi avrebbero fatto il successo di Fabio Fazio. È una questione di clima, di gioco tra gli ospiti, di rapporto col pubblico. Il tutto, come è oggi, senza strepiti, senza “ecco a voi!”, ma come se fosse nato in quel momento. Si rivisitavano i “miti” degli Anni 70 e in questa chiave ci fu anche il rilanciò dei Cugini di campagna che diedero il titolo alla trasmissione con una loro canzone famosa. Poi tanti personaggi, da Mal a Mita Medici, da Paola Pitagora a Le orme e a Donatella Raffai, che forse ricorderete come bravissima conduttrice della prime tre stagioni di “Chi l’ha visto?”. Un personaggio importante, fisso in studio, era Tommaso Labranca, un ideologo del trash che era una sorta di consulente del programma. C’era poi
Pietro Galeotti, che è diventato, se non vado errato, un autore da sempre nello staff di Fazio, che era l’inviato speciale. Altra cosa che mi piaceva di “Anima mia” era la presenza di personaggi come Moira Orfei, cioè un po’ “esagerati”. Insomma, vi devo dire la verità: un programma che a me è piaciuto molto e che solo Fazio poteva fare e che, in qualche modo, lo stesso Fazio continua a fare. Per avere un’idea del successo considerate che la puntata più vista, quella del 28 febbraio 1997, ebbe 7.550.000 telespettatori, con uno share del 29,97%. Vorrei concludere con Aldo Grasso, famoso critico televisivo, che il 26 gennaio 1997, sul “Corriere della Sera”, pubblicò una recensione di “Anima mia”, dal titolo: “Bravi Fazio e Baglioni, ma troppi ospiti”. Bravi, però.