TV Sorrisi e Canzoni

Barbara d’Urso

Ci racconta come fa a entrare nel cuore del pubblico

- Di Alessandro Alicandri

«Ogni giorno spiego al pubblico cose che nemmeno io sapevo: se le ho capite io, posso farle capire a tutti...»

Èinconfond­ibile: ogni giorno entra nelle case degli italiani chiedendo allegra un “caffeuccio”, preferibil­mente dalla moka e senza zucchero. In diretta tv dagli studi di Cologno Monzese si divide tra notizie, intratteni­mento (o “momenti del sorriso”, come direbbe lei) ma anche indignazio­ne quando i temi si fanno spinosi e gli ospiti ribelli. Navigando tra serio e faceto, Barbara d’Urso è tanto amata quanto temuta: da anni passa in mezzo alle fiamme delle critiche con atteggiame­nto impavido e a testa altissima. Nel momento storico della più grande emergenza sanitaria mondiale, Carmelita (il nome con cui la madre ha deciso di chiamarla appena nata) non ha mai fatto un solo passo indietro. Con i suoi programmi ci ha portato giorno dopo giorno, battaglia dopo battaglia, prima dentro e ora fuori dalla fase più difficile del coronaviru­s in Italia. Sono le 8 di venerdì sera, si è appena conclusa la riunione di redazione che come ogni fine settimana la porta dopo l’ultima diretta di “Pomeriggio Cinque” alla costruzion­e di una nuova puntata di “Live - Non è la d’Urso”. Per ovvi motivi ci sentiamo al telefono mentre lei è in auto. Gli studi Mediaset e i fornelli della cucina di casa sua, dove è arrivata quando alla fine ci siamo salutati, distano circa 30 minuti. Sembrano pochi ma lei, come sempre, è un fiume in piena.

Barbara, in tv la vediamo sempre sorridente... ma come sta davvero?

«Non bene. La cosa che mi ha devastata di più è il non poter vedere i miei figli. Uno sta a Roma e vabbè, è lontano. L’altro però è a qualche isolato da casa mia e non ci vediamo da due mesi».

È per questo che si è commossa in onda durante gli auguri di Pasqua?

«Il mio pensiero mentre parlavo è andato a loro. Ho la fortuna di poter lavorare tanto e di vivere in una situazione privilegia­ta. Ma non sono abituata a stare tanto tempo senza vederli».

Che cosa ha fatto in questo periodo?

«Ho letto come non riuscivo a fare da tempo. Da poco ho finito “Come Dio comanda” di Niccolò Ammaniti, è una storia incredibil­e. Adesso sono sulla saga di Elena Ferrante, sto leggendo «L’amica geniale”».

Ha aperto anche qualche scatola dei ricordi?

«Oh, sì! Ho ritrovato da poco una lettera che mi ha scritto Walter Chiari. Tanti anni fa abbiamo condotto insieme uno show in prima serata, si chiamava “Leningrado Show”. Me l’aveva lasciata sotto la porta della mia camera d’albergo con parole di stima e... piene d’amore. Ho trovato davvero tante cose, fra queste un vecchio articolo di giornale dei miei esordi in cui dicevo di voler chiamare Vera la mia prima figlia femmina. Poi però ho avuto due maschi...».

Ho visto su Instagram che cucina molto.

«Ho messo da parte per qualche settimana il mio mangiare sano, è l’unica gioia che ho quindi non me ne frega niente se ho preso tre chiletti, tra l’altro manco mi peso! Non mangiavo da tempo la parmigiana, così me la sono fatta».

La melanzana va fritta o grigliata?

«L’ho fritta, ovviamente! Il mio segreto per ridurre l’unto è usare la parte interna dell’incarto del pane. Vengono una meraviglia».

Torniamo alla tv. I suoi sono tra i pochi programmi che non hanno avuto uno stop a causa dell’emergenza sanitaria.

«Sì, a parte “Domenica Live”, come anche altri programmi della rete che hanno avuto uno stop per ga

rantire maggiore attualità sull’emergenza, non ci siamo fermati nemmeno un giorno per riorganizz­arci alla luce dei decreti governativ­i. “Live - Non è la d’Urso” è il primo programma Mediaset dal quale è sparito il pubblico dall’oggi al domani».

Fare tv senza applausi è strano.

«Il primo giorno è stato un incubo passare da 300 persone a zero. Poi abbiamo trovato un nuovo equilibrio, i telespetta­tori mi scrivono che applaudono loro da casa!».

Com’è lavorare in questa situazione?

«È difficile. Se prima c’erano

dieci persone per fare una cosa, oggi ce ne sono tre. Fanno i turni, così alcune profession­alità si ritrovano a coprire più ruoli, anche inediti».

Non ci sono quasi più gli ospiti.

«Mediaset ha chiesto due persone al massimo in studio e come avete visto, a “Pomeriggio Cinque” non c’è più nessuno con me. Abbiamo rivoluzion­ato anche la formula di “Live - Non è la d’Urso”».

In effetti nelle ultime domeniche il programma

è stato diverso dal solito.

«Diamo molto spazio all’informazio­ne con ospiti autorevoli­ssimi, dal premier Conte al ministro degli Esteri Di Maio ai più grandi virologi, sempre con uno stile informativ­o e pacato, senza scontri accesi come si vedono in altri programmi. In un momento storico così difficile abbiamo scelto di limare anche i toni degli spazi più “leggeri”. Le ormai famose “sfere” con dentro i personaggi che alimentano i dibattiti sono per il momento parcheggia­te fuori dallo studio, in attesa di rientrare non appena saremo tornati

alla normalità».

Quali sono gli ospiti che la divertono di più?

«La mamma di Luigi Favoloso, Loredana Fiorentino, è diventata un fenomeno sul web: le sue sfilate sulle note di “Rapide” di Mahmood sono un “cult”. E poi c’è Cristiano Malgioglio... è un amico e un personaggi­o eccezional­e. Come lui in tv non c’è nessuno».

Siamo al secondo anno di messa in onda di “Live Non è la d’Urso”. Può farci un bilancio?

«È una creatura nata dalla mente mia e di un mio autore. È un bambino che mi sta dando tante soddisfazi­oni nonostante sia la prima serata Mediaset meno costosa degli ultimi anni».

Quali soddisfazi­oni in particolar­e?

«Prima era di mercoledì, poi di domenica, poi di lunedì e adesso di nuovo domenica. Ma uno zoccolo duro di persone ci segue a prescinder­e dal giorno di messa in onda. Abbiamo superato le 43 puntate. Al di là dei numeri che sono buoni, la soddisfazi­one più grande è un’altra».

Quale?

«È l’indotto, come si dice nell’industria. Prima e dopo il programma, dei nostri temi trattati ci “vivono” siti web, social, giornali e altri programmi tv. Fa notizia ed è molto imitato: è questo che decreta il successo di un format».

Lo “stile d’Urso” ormai è un marchio.

«La cosa più incredibil­e è che ha fatto scuola anche tra i nostri detrattori: i nostri ospiti, i nostri temi e il nostro “linguaggio” si vedono un po’ ovunque».

Molti le sono invece grati per il contributo dato contro la diffusione del Covid-19.

«Abbiamo capito subito la necessità di parlare alle persone spiegando come si lavano le mani, come si indossa una mascherina, come si tolgono i guanti».

Di solito in tv lo fanno fare a degli esperti. Come mai ci teneva a farlo lei?

«Perché l’intermedia­zione è fondamenta­le. Io dalla mattina alla sera spiego al pubblico cose che nemmeno io sapevo. Se l’ho capito io, posso farlo capire a tutti».

Molti dicono: «Mi lavo le mani come ha detto Barbara».

«Che gioia! Addirittur­a il vice ministro allo Sviluppo economico Stefano Buffagni mi ha ringraziat­o per aver dimostrato con l’uso della tempera che indossare i guanti non ci rende supereroi. L’ho imparato da un’infermiera americana e l’ho condiviso col mio pubblico».

Parliamo un po’ di futuro. Il “Grande Fratello” a settembre si fa o no?

«Bella domanda! La tv non è molto diversa da altre realtà imprendito­riali. Da Endemol a Mediaset, nessuno sa se si può fare e come».

Lei ha seguito il “Grande Fratello Vip” di Alfonso Signorini?

«Sì, certo, ci sentivamo dopo ogni puntata. È stato bravo a portare avanti un reality in un contesto storico così delicato».

«Si sente la mia voce?» dice ad un certo punto, «sono entrata in ascensore». La chiacchier­ata continua mentre sento aprire la porta di casa.

Il 7 maggio è il suo compleanno. Come festeggerà?

«Penso che sarò da sola, altro che festa in abitino vintage dei 60 anni, me la scordo una cosa simile! Però spero che mi arrivi una bella torta per mangiarla in collegamen­to video con i miei figli e con il padre dei miei figli, che festeggia il mio stesso giorno». In ogni puntata di “Pomeriggio Cinque” fa vedere i video che tanti bambini le mandano, mostrando i disegni dell’arcobaleno con su scritto «Andrà tutto bene» e dicendole «Ciao Barbara col cuore». Perché?

«Perché si ripartirà da loro. A differenza di alcuni adulti irresponsa­bili, i bambini hanno capito le regole da seguire. Con il loro ottimismo, i messaggi di speranza non sono illusioni, ma realtà. Se ci credono loro, ci dobbiamo credere anche noi». ■

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CHI LA FERMA? Barbara d’Urso (63 anni il 7 maggio) in studio durante una puntata di “Live - Non è la d’Urso”.
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WALTER CHIARI (1924-1991)
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